Dagli scritti di Don Ildebrando Antonino Santangelo (1913-1992).
Moltissimi hanno disistima della confessione per diversi motivi:
1. Perché molti sacerdoti, oggi, non ne parlano, non la inculcano e non si rendono mai disponibili per le confessioni. Grave è la loro responsabilità dinanzi a Dio. Non cooperano all'opera redentrice di Cristo. Il Signore tantissime volte ha fatto vedere come e quando ci vuole la confessione: ultimamente con i tanti miracoli operati dai due grandi confessori moderni: Padre Pio e Padre Leopoldo (...). Nella confessione si raccolgono i frutti dell'apostolato. Il sacerdote che non vuole confessare, se anche fa apostolato, è simile a chi semina e si rifiuta di raccogliere; è simile al medico condotto che non vuole visitare e curare gli ammalati.
2. Perché la riducono alla recita dei propri peccati; dopo averla così ridotta a semplice formalità, l'abbandonano. (...)
3. Perché non vedono migliori degli altri coloro che si confessano anche spesso.
Tanti adducono pretesti vari per giustificare le loro ricadute nel peccato. La verità è che un proposito vero non l'hanno mai fatto, e i rimedi adeguati non li hanno mai adottati.
(...)
Dice s. Agostino: «Vi sono tre generi di ammalati: quelli che non vogliono guarire; quelli che vogliono guarire senza adoperare i rimedi; quelli che vogliono guarire e adoperano i rimedi. Solo questi ultimi possono guarire».
[Brano tratto da “Liberazione”, di Don Ildebrando Antonino Santalngelo, Comunità Editrice di Adrano].