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mercoledì 1 maggio 2024

Odio del mondo verso i preti

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).


L'umanità pervertita vorrebbe fare a meno di Dio, o meglio, della morale. Vorrebbe distruggere tutto ciò che è freno alle passioni e controllo all'operato. Il pensiero di un Essere Supremo, che tutto vede e tutto deve ripagare, è troppo molesto. Conviene quindi ai cattivi combattere contro Dio; ma siccome non possono vederlo ed abbatterlo direttamente, si avventano come cani idrofobi contro i suoi Ministri, cioè i Sacerdoti.
- « Abbasso i Preti! » « Morte alle vesti nere! » si grida alle volte sulle piazze, si scrive anche sui muri e sulle testate dei giornali!

[...]

Eccomi in giro per la mia Parrocchia. La benedizione delle case nel tempo di Pasqua occupa parecchie ore della mia giornata di lavoro. In ogni famiglia porto un raggio di luce e di conforto. Qui si estingue un odio familiare; là si conforta un ammalato; in un'altra casa bisognosa si lascia un'offerta.
Mentre aspergo con l'acqua benedetta le varie camere di una famiglia, presenti tutti i membri, battono alla porta ed entra un omaccione. Questi, a vedermi, resta interdetto e subito dice: - Me ne vado, perchè c'è il Prete!
- No, esclamo io, voi non uscirete di qua se prima non mi abbiate ascoltato! -
Mi metto alla porta d'ingresso per impedirne l'uscita e comincio:
- Dunque, voi avete paura di entrare qui perchè c'è un Prete! ... Se avete da dire qualche cosa contro di me, parlate pure! -
L'anticlericale tace.
- Sapreste dirmi il motivo di questa avversione al Prete?... Non sapete che cosa dire?... Allora parlo io!... Voi vedete nel Prete un rimprovero alla vostra condotta immorale. L'uomo onesto non ha paura del Ministro di Dio. Il vostro atteggiamento è un'accusa! Chi sfugge il Prete, d'ordinario parla scandalosamente, tradisce la moglie, bestemmia ed è alla famiglia di peso più che di sollievo. Vostro fratello fu ammazzato da un mafioso e la vostra famiglia è guardata con disprezzo da tutta questa zona!

- Caro compare, esclama il padrone di casa, questo Reverendo vi ha fatto il ritratto!...
- A parte i commenti, continuo io; ho poco da aggiungere. Se adesso volete andare via, uscite pure! Non so se debba far paura io con la veste nera e la coscienza serena anziché voi ... con il cuore infangato! -
L'omaccione non dice una sillaba; resta fermo a pensare.

[...]

Andare a visitare i carcerati è un'opera di carità. Il sacerdote facilmente può entrare nelle prigioni e parlare ai detenuti.
Entro nella Casa Penale di Noto. Cinquecento carcerati. Mentre m'intrattengo con il maresciallo, entrano altri quattro inquilini.
Appena si annunzia il mio arrivo, è un senso di gioia in tutto il carcere. Un detenuto mi abbraccia piangendo.
- Reverendo, dice il maresciallo, costui è l'essere più pericoloso che abbiamo in questa galera.
- Eppure non sembrerebbe!
- Davanti a lei diventa un agnello; ma è pericoloso assai. Ha di già trenta anni di pena e l'altro giorno fece un attentato in una cella. Voleva uccidere un suo avversario.
- Beh! Parliamo di altro! ... Intanto, caro amico; accettate questo pacco di sigarette ed un po' di dolci! -
Il detenuto è commosso assai. Inizio la visita alle celle. Entro nella celletta 49, ove trascorse tanti anni Alessandro Serenelli, l'uccisore di Santa Maria Goretti; vi trovo rinchiuso un altro omicida.
Poveri carcerati! Ognuno ha un romanzo nella sua vita. Sui visi di tutti si legge l'abbattimento morale.
- Padre, mi dice un tale, venite spesso a trovarci! La venuta di un Sacerdote per noi è sollievo!
- Verrei più spesso, ma non sempre ho i mezzi. Venendo qui, ho bisogno di una buona sommetta; conviene portare qualche cosa!
- Non preoccupatevi di questo! A noi detenuti basta il buon cuore! ... Quanto bisogno abbiamo di conforto! Io sono di Roma e mi sento affranto dalla vergogna e dalla lontananza della mia famiglia!... -
Le numerose celle richiederebbero giornate intere per essere visitate; questa volta mi limito a quelle del pianterreno. V'impiego quasi cinque ore.
Eccomi davanti ad una cella; per economia di tempo non vi entro, ma parlo attraverso lo sportellino a grata.
Vedo un uomo sui cinquant'anni; va su e giù per la piccola cella, meditando. - Amico mio, gradite una visitina? - Mi dà un'occhiata di disprezzo e ripiglia il suo passeggio.
- Dunque, mi sembrate nuovo di questo carcere. Gli altri detenuti sono lieti d'intrattenersi con me. Avvicinatevi allo sportellino! -
Di nuovo rivolta le spalle e passeggia. - Accettate almeno questo sigaro, così svagate un po' la mente!
- Non occorre, portatelo ad altri.
- Se non volete fumare, accettate un po' di caramelle croccanti!
- Non ne ho bisogno!
- Ma insomma, è la prima volta che ci vediamo e già siamo nemici! Perché?
- Perché siete Prete!...
- Almeno diamoci una stretta di mano! -
Il detenuto mi fissa fieramente, stende la mano dallo sportellino ed esclama:
- Vi stringo la mano come uomo. Non come Prete! . .. -
Mi allontano, dopo avergli stretta calorosamente la mano, e penso: Un omicida, condannato per trent'anni in galera, si vergogna di stringere la mano a me ... perché Prete! ... Secondo costui, il Prete è più che un assassino, inferiore agli uomini più abietti!... Povero cieco! Se da bambino avesse avvicinato il Sacerdote, se da giovane avesse seguito gli insegnamenti che il Prete impartisce in Chiesa, non sarebbe rinchiuso in questa galera! ...
Esco dal carcere alle due del pomeriggio e mi avvio alla stazione. Lungo il tragitto, e proprio sulla via principale, leggo sul muro « Abbasso i Preti ». [...]

(Brano tratto da “Abbasso i preti”, di Don Giuseppe Tomaselli)