Da una lettera di San Vincenzo de' Paoli a un uomo anziano che voleva diventare prete senza mostrare chiari segni di vocazione al sacerdozio.
[...] In terzo luogo, mi farei scrupolo, per la medesima ragione, di concorrere a farvi entrare negli ordini sacri, e, particolarmente, in quello del sacerdozio, poiché sono sventurati coloro che vi entrano dalla finestra del loro arbitrio e non dalla porta d'una vocazione legittima.
Purtroppo, tuttavia, il numero di costoro è grande, perché essi considerano lo stato ecclesiastico come una condizione comoda, nella quale cercano il riposo piuttosto che la fatica. Di qui, appunto, gli strani e lacrimevoli guasti, che noi vediamo nella Chiesa; infatti si attribuiscono ai sacerdoti l'ignoranza, i peccati e le eresie che l'affliggono. Ecco perché s. Giovanni Crisostomo dice che ci sono pochi sacerdoti che si salvano. E perché mai? Perché Dio non dona le grazie necessarie per adempiere i doveri di questo stato sacro se non a coloro che la Sua bontà chiama. Ora Egli non chiama mai nessuno in cui non veda le qualità adatte, o al quale non intenda fare dono delle medesime.
[Brano tratto da "San Vincenzo de' Paoli - Pagine scelte" a cura di Luigi Mezzadri e Luigi Nuovo, CLV Edizioni Vincenziane].