In una sala vasta e maestosa addobbata di tutto punto, sopra un ricco letto adorno come il resto della stanza, giaceva una signora gravemente inferma. Il volto scarno, il respiro affannoso, il pallore, tutto denotava che era alla fine dei suoi giorni. Stava appoggiata a molti cuscini che la sostenevano, e il suo fare era ancora altero, orgoglioso. Discorreva cogli astanti, tra i quali era un ufficiale di marina, due eleganti giovanotti, una elegantissima damigella, un vecchio medico e due domestiche. L'infelice si sforzava di parer tranquilla e sorridente. Sul letto era qualche gazzetta, e sul tavolino da notte tre o quattro romanzi presso ad una tazza d'argento. Acqua santa, libri di pietà, immagini di Gesù Cristo, di Maria Vergine, di Santi neppur per ombra. Intanto che parlavano, un servo alzò leggermente la tendina della porta e disse: Il signor curato domanda se può visitare la signora. L'ufficiale rispose in modo sprezzante: Che cosa vuole il signor curato? vuol forse confessarla? andate e ditegli che dorma pure tranquillo; la signora è stata sempre buona cittadina, non ha fatto male ad alcuno, anzi ha sempre aiutato i suoi simili, e se morirà, essi pregheranno per lei. Pensi a sé e non si pigli dei batticuori per l'anima altrui. La signora sorrise all'ufficiale quasi volesse dirgli: Bravo, vi ringrazio. - Fu coraggio? Tutt'altro, fu vile rispetto umano, temeva di passar per cristiana. Il servo si ritirò, e gli astanti risposero al sorriso della signora con un ridere fragoroso, facendosi beffe del curato. Ma una convulsione improvvisa scompose quel forzato sorriso sulle labbra all'inferma, la sua faccia si trasformò in modo che fece scappare spaventati i due giovinotti, la damigella elegante e persino il coraggioso ufficiale. Il medico si accostò al letto, e dopo pochi minuti disse alle domestiche: È spirata. Allora queste alzarono grida, corsero alla damigella a darle notizia, ed essa in fretta in fretta a gridare: Correte subito a chiamare il signor curato! Il medico se ne uscì, i due giovanotti e l'ufficiale sela batterono senza nemmeno voltarsi indietro, e della signora restò un cadavere abbandonato. E l'anima sua dove è andata?... Ah! impariamo a tener lungi da noi i falsi amici e a fare gran conto in vita nel Ministro di Dio, che al punto della nostra morte potrà solo consolarci, e assolvendoci dei peccati ci potrà dire: Anima cristiana, Dio ti perdona, va in Paradiso.