Marianna Saltini (1889 - 1957), dopo essere rimasta vedova, divenne sposa di Gesù Cristo abbracciando la vita consacrata e fondando un istituto religioso femminile dedito all’educazione delle bambine. Questa suora dal cuore grande, chiamata Madre Nina, ha fatto un gran bene non solo alle sue fanciulle, ma anche a tanti adulti. Lo Spirito Santo per mezzo di Madre Nina riusciva a toccare e commuovere tanti cuori. Ad esempio il 28 luglio del 1941, Benito Mussolini, che a quell’epoca ricopriva l’incarico di Capo del Governo del Regno d’Italia, trovandosi a Carpi (Modena), sentì parlare del bene che compiva Madre Nina e decise di visitare la “Casa della Divina Provvidenza” ove le suore svolgevano il loro apostolato. Il Duce venne accolto da Madre Nina nell’atrio e parve molto interessato a conoscere la singolare vicenda di questa vedova e suora che salvava tante bambine dalle cattive strade, accogliendole nel suo istituto. Mussolini, affascinato dall’umiltà della fondatrice della congregazione delle "Figlie di San Francesco", le chiese dove riuscisse a trovare gli ingenti mezzi materiali necessari per portare avanti la sua opera. Madre Nina rispose: “Eccellenza, venga con me e le mostrerò il segreto” e si avviò verso l’interno della “Casa della Divina Provvidenza”.
Il Duce la seguì ma appena si accorse che il codazzo dei gerarchi fascisti che lo accompagnava nella visita si mosse per andargli dietro, con un gesto della mano sbarrò la strada e disse che voleva andare da solo. Madre Nina lo portò nella cappella e indicando il Tabernacolo gli disse con voce soave: “Ecco, Eccellenza, il mio segreto: Gesù in Sacramento”. Poi proseguì parlandogli di argomenti spirituali e assicurandogli che avrebbe pregato per lui e per la Patria. Quando Mussolini, accompagnato da Madre Nina, ritornò nell’atrio, appariva cambiato, era rimasto conquistato dalla bontà della suora e dalla miracolosa opera che Gesù per mezzo delle "Figlie di San Francesco" compiva a beneficio di quelle povere fanciulle. Benito Mussolini comprese che era proprio la Divina Provvidenza a procurare i beni materiali per sostentare tutte quelle bambine (si era nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e il cibo scarseggiava tra la povera gente). Dopo aver rivolto delle cordiali parole di saluto alle fanciulle ospitate in quella casa, il Duce, commosso, si accomiatò da Madre Nina e le donò un assegno di centomila lire per finanziare la sua opera apostolica.
Nel 2002 la Chiesa ha dichiarato venerabile Madre Nina riconoscendo l’eroicità delle sue virtù cristiane.