Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una libera donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

martedì 3 dicembre 2024

Un generoso amico di San Francesco Saverio ricompensato da Dio

Nessuno può batterie Dio in generosità, il quale ricompensa abbondantemente le persone che hanno un cuore grande e aiutano il prossimo. La Sacra Scrittura insegna che l'elemosina libera dal peccato e dalla morte: "Eleemosyna ab omni peccato et a morte liberat" (Liber Tobiæ IV, 11). La cosa più importante è salvare l'anima, del resto anche se uno riuscisse ad accumulare tutto l'oro della Terra, mica potrebbe portarselo con sé nell'aldilà. A tal proposito riporto un fatto raccontato da Don Antonio Zaccaria nel suo “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti” del 1887.

Trovandosi S. Francesco Saverio nelle Indie, si recò un giorno da Pietro Veglio ricco negoziante, invitandolo a concorrere ad un'opera di beneficenza. Il Veglio, che si trovava allora occupato, gli consegnò la chiave dello scrigno, dicendogli:Prendete pure liberamente quanto denaro vi occorre. Andò il Santo, e tornato di lì a poco a restituir la chiave, gli disse che aveva levato dalla cassa mille lire. Mille lire soltanto? replicò sorpreso il mercante, questo è ben poco. Io vi confesso sinceramente che ero dispostissimo a donarvi una metà di quel denaro. Però se le mille lire non bastassero, tornate pure di nuovo, e prendete quanto vi pace; io ne sono contentissimo, e vi parlo di tutto cuore. Ammirato a tanta generosità, levò allora il Santo pietosamente gli occhi al cielo, e in tuono profetico soggiunse: Pietro! la vostra generosità è assai gradita al Signore, e attira sopra di voi le divine benedizioni. Voi in compenso camperete una vita assai lunga, e avrete da Dio per grazia speciale l'avviso della vostra morte tre giorni prima che vi sopraggiunga. Ricercandogli allora il Veglio qual sarebbe questo avviso, ebbe da Francesco questa risposta: quando il vino che i vostri ospiti troveranno buono, a voi invece sembrerà amaro, allora dovete mettervi in pronto, perché questo sarà l'inizio della morte vicina. Dopo un ben lungo tratto di tempo in cui continuò ad occuparsi nei suoi traffici e negozi, impiegando da buon cristiano in opere di carità non piccola parte delle sue ricchezze, che sempre più aumentavano, quel caro vecchio, carico di anni, amato e venerato da tutti, se ne stava un giorno a tavola tutto allegro e gioviale con alcuni scelti amici. Volle finire il convito con un brindisi, e fece però recare una bottiglia di vino prelibato; ma appena accostato il bicchiere alle labbra, tutto ad un tratto lo ritirò e si fece pallido e pensieroso. Quindi rivolto ai commensali, il ricercò come trovassero quel vino. Essi concordemente affermarono che era proprio squisito. Pietro torna di nuovo ad assaggiarlo, ma lo trova amaro come il fiele. Allora levatosi in piedi: Cari amici, disse, questa è l'ultima volta che pranziamo insieme. Il gran Padrone m'invita al celeste convito; fra tre giorni io morirò. Quindi, messi in buon ordine i suoi affari, ricevuti con singolar divozione i Ss. Sacramenti, e fatti molti legati pii, contento e tranquillo il terzo giorno si addormentò placidamente nel Signore, e volò a ricevere il premio delle sue buone opere e in ispecie della sua carità sì disinteressata e generosa.