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lunedì 20 gennaio 2025

Sofferenza per la morte di un figlio

Dagli scritti di Don Antonio Zaccaria.

Un giovane dotato d'un carattere eccellente e di una dolcezza incantevole fu dai suoi parenti inviato ad una casa di educazione per perfezionarsi nelle scienze, secondo quello che esigeva la sua condizione. Nel sesto mese del suo soggiorno in questo collegio una malattia fierissima lo condusse agli estremi. I suoi genitori, avvisati subito di tanta disgrazia, si misero in viaggio senza ritardo. Il primo ad arrivare fu il padre, che corse subito al letto del figliuolo, e lo trovò così male che s'avvide che l'avrebbe perduto: infatti il giorno dopo era morto. Bisognava pertanto dar questa notizia alla sua madre, che arrivata di fresco faceva istanza per essere condotta al letto del suo Gustavo. Due sacerdoti furono incaricati della dolorosa missione. Dopo averla disposta alla meglio, Madama, dissero, bisogna che voi facciate un atto di sottomissione alla divina volontà. Mio Dio, esclamò la madre, ho inteso tutto: Gustavo è morto! ahimè Gustavo mio! mio caro Gustavo!... Madama, soggiunsero i due preti, ci siamo dimenticati di dirvi che a voi resta un oggetto di consolazione, il crocifisso di Gustavo!... Oh! il crocifisso del mio caro figliuolo! che mi si porti subito. Quando la pia dama lo ebbe nelle sue mani, lo strinse al cuore, baciò commossa la piaga del S. Cuore di Gesù, e la bagnò di lacrime. Da tanto dolore si sentì subito sollevata e piena di un santo conforto esclamò: Il Crocifisso sarà da qui avanti unico oggetto del mio amore; niente più potrà attaccarmi alla terra; il Crocifisso sarà il mio conforto; Egli saprà ricompensarmi della perdita del mio figliuolo. Pensiamo noi pure bene spesso ai dolori che Gesù ha sofferto per noi, e nella piaga del suo S. Cuore troveremo coraggio e forza a portare la croce che Egli ci vorrà dare.

[Brano tratto da "Il Cuor di Gesù - Mese di Giugno", di Don Antonio Zaccaria, parroco in Faenza, stampato nell’anno 1902].