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mercoledì 12 febbraio 2025

Dio benedice coloro che santificano le feste

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Un calzolaio di Lione, chiamato Bertier, aveva il pessimo costume di lavorare tutta la mattina della domenica. Un pio mercante che abitava lì vicino, mirava con dolore un tal disprezzo delle feste, e un giorno non poté trattenersi di fare al Bertier qualche caritatevole osservazione su questa biasimevole usanza. Ma il calzolaio non lo voleva intendere, e poneva in campo mille pretesti. Voi, mio caro vicino avete un bel dire, perché siete ricco, e quindi senza alcun danno potete riposare la domenica, ma io non ho che la mia arte, con cui possa sostenere me e la numerosa mia famiglia, che sta a mio carico. D'altronde, sono tanti gli avventori e le commissioni che ricevo, che al sabato non trovo mai finiti i miei lavori. Il mercante a tali scuse scoteva il capo, e stringendo gli affettuosamente la mano: - Sentite, ripigliò, non è certo mia intenzione che abbiate a patire voi e la vostra famiglia; facciamo un patto: Voi proponetemi di non lavorare più la domenica per sei mesi, e di intervenire alle sante funzioni, ed io da parte mia m'impegno di compensarvi di tutti i danni che perciò andrete a soffrire, e voi tenetene conto esatto. Accettate voi la mia proposta? - Molto volentieri, riprese il calzolaio: per me certo è più comodo l'andarmi a riposare in chiesa, di quello che lo starmene nella bottega, e tanto meglio quando venga rimborsato di tutto il danno. L'accordo adunque fu conchiuso. Passati i sei mesi, il negoziante si recò alla casa del calzolaio. - Mio caro amico, disse, voi avete mantenuta la vostra promessa, ed io pure manterrò la mia. Prendete il vostro registro, e vediamo a quanto sommano i danni di cui vi debbo rifare. - Oh! io confesso che il vostro consiglio mi fu più di vantaggio che di danno, giacché mi ha portato la felicità; d'allora in poi le cose mie andarono sempre di bene in meglio. Invece di lavorare, ho assistito alle sacre funzioni, ho ascoltato le prediche che prima trascuravo, imparai molte cose che prima ignoravo o che avevo già dimenticate: appresi, quanto era necessario frenar la passione e far forza alla collera; ho acquistato un po' da pazienza, di timore di Dio e di gusto per la preghiera e pei Sacramenti, a cui mi sono accostato con gran contento del mio cuore. D'altra parte il lavoro del lunedì e della settimana mi riusciva più facile e più spedito dopo di aver riposato la domenica. Prima, per ogni piccola cosa, montava sulle furie ed allora stracciava un pezzo di cuoio, o rompeva qualche strumento, o mandava in malora qualche lavoro. Due volte la rabbia mi cagionò la febbre biliosa, che mi impedì il lavoro per parecchie settimane, e mi apportò non piccole spese. Adesso per grazia del Signore, sono diventato più calmo e paziente, e mi par d'aver il corpo più vigoroso e più agile. Di solito la sera del sabato, tutto il lavoro è ultimato, sebbene gli avventori vadano crescendo. Una volta la mia ira, cagionava alterchi e discorsi assai frequenti in famiglia, e per mia colpa ebbero luogo scene tali che mi vergogno al solo pensarvi. Ora regna la pace e la buona armonia, e dietro il mio mutamento, anche i figliuoli sono diventati migliori. Il buon mercante non capiva in sé dalla gioia all'udire si bene notizie, e ringraziava Iddio d'un tanto benefizio. Cavata quindi la borsa, e preso un pezzo da 40 franchi: - Prendete, gli disse, sia questo come un pegno del mio affetto e della consolazione che provo a vostro vantaggio. Continuate a santificare esattamente le feste, e vedrete che la benedizione del Signore scenderà copiosa sempre più sopra di voi, sopra la famiglia, e sopra gli affari vostri, e quel che è più, vi sarà di mezzo efficace a santificarvi e salvarvi.