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sabato 10 maggio 2025

Conversione di una scandalosa donna di Firenze

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Se non vogliamo trovarci un giorno nel numero dei reprobi, cerchiamo di essere devoti di Maria. Una donna viveva al tempo di S. Domenico nella città di Firenze, data a vita scandalosissima. Nel mezzo però di tutte le sue dissolutezze ancora qualche ossequio offriva a Maria, e non lasciava passare alcun giorno senza invocarla con qualche preghiera. Non era certo quella una preghiera che avesse dovuto aver forza di garantirla dai divini castighi, quand'ella era sempre ostinata nella sua vita licenziosa; ma Maria nella grandezza della sua misericordia seppe d'essa valersi a convertirne il cuore e muoversi a tenere su di lei uno sguardo di misericordia. Venne adunque a predicare in quella città il patriarca San Domenico, il quale ben si poteva chiamare il predicatore di Maria. Traeva molta gente ad ascoltarlo, e spinta da curiosità Benedetta (così si chiamava quella donna) andò pur ella ad udirlo. La grazia quivi appunto l'aspettava. Le toccò sì vivamente il cuore ch'ella non seppe indugiare a convertirsi; corre appena finito il sermone a piè di S. Domenico, e fa una sincera confessione delle sue colpe. Ma che non può la forza del mal abito? Per quanto fossero state nel confessarsi abbondanti le sue lagrime e buone le sue disposizioni, ella ben presto ricadde, e si immerse di nuovo nelle sue dissolutezze. Venuto a saperlo S. Domenico esce tosto in cerca di lei, e tanto fa con l'aiuto della divina grazia che la induce a nuovamente confessarsi. Questa volta però non doveva essere come la prima. Maria pigliava in mano la causa per rendere stabile e solida quella conversione. Ecco adunque una notte, mentre colei era a dormire, una visione orribile la spaventa. Le pareva essere tratta nell'inferno e vedersi attorno orribilmente assediata da quelle genti senza numero ch'ella aveva menato a rovina, e dai loro urli e gemiti miseramente assordata. Le si paravano intanto al cospetto delle lunghe pagine, ove erano registrati i suoi peccati. Colpita d'inusitato spavento e fuori di sé medesima, ella da quel luogo di orrore faceva appello a Maria; ed ecco tosto la Madre dolcissima della misericordia venire in suo aiuto, ed opporsi con la sua virtù che non la rinchiudessero in quella infernale prigione. Allora ella ode una voce: - Benedetta, rendi grazie alla tua Protettrice e non dimenticare mai più che a Maria, e solo a Maria, tu vai debitrice che Dio ti accordi un altro poco di tempo a piangere ed espiare le tue colpe. Sparve così la visione, ma ben rimase scolpita nel fondo della sua anima [...] e dopo una vita di penitenza, morì d'una santa morte.