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giovedì 22 maggio 2025

Il pastore che piangeva pensando che Dio è nostro Padre

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Un santo prete viaggiando nei dintorni di Elevmont scorse non lungi da sé un giovane pastore che gli fece grande impressione con la sua aria semplice e modesta, e con la sua andatura grave e raccolta. Avvicinatosi a lui, che faceva pascere il suo gregge, gli disse: - Amico mio, tu te ne stai qui solo tutto il giorno! Devi bene annoiarti. - Signor Curato, tutt'altro! io sono sempre occupato. - E in che? - Ecco: io so una bella orazione, oh! sì, è proprio bella e consolante! La mia consolazione ed occupazione ad un tempo è recitarla tutti i giorni. - Ma non preghi mica tutto il giorno? - Ma sì: anzi non posso ancora arrivare alla fine di essa. - E quale è dunque la tua preghiera? Deve essere molto lunga se per finirla non basta una giornata. - Non è molto lunga, anzi è cortissima. - Io non ci capisco nulla, è corta e non la reciti in un giorno! - Vi dirò, signor Curato, questa preghiera è così toccante, che appena la comincio debbo piangere contro mia volontà e duro così fino alla sera. - Va tutto bene, ma intanto non mi dici di che preghiera si tratta? - È il Pater noster! Ecco come so dirlo. Prima di cominciare alzo il mio cuore a Dio: poi dico: Padre nostro che sei nei cieli; qui mi arresto pensando alla grazia che Dio mi fa permettendolo di chiamarlo mio Padre. - È possibile mai, che io povero pastore abbia per padre un Dio, e un Dio sì buono, sì grande, sì potente? Un Dio che ha fatto questo bel cielo, questo sole che ci illumina, questa terra con i suoi fiumi, con le foreste, con le montagne? Eppure è proprio così, egli permette di essere chiamato Padre da me tanto meschino. Questi pensieri, signor Curato, ed altri che mi vengono, e che sarebbe troppo lungo il riferire, mi riempiono d’ammirazione, di riconoscenza e d’amore: allora io piango e non posso continuare la mia preghiera. Vedete là molto lontano fra quei due alberi dietro la terza collina quel piccolo villaggio composto di poche case? È là che io sto, e appartengo alla famiglia più povera. Eppure come i più grandi signori della città posso chiamare Iddio col nome di Padre! Quel prete commosso disse al pastorello: Continua, mio caro, a pregare così e Iddio ti benedirà.


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