Gustavo terzo re di Svezia, passando un giorno travestito ed a cavallo per un villaggio, vide una giovinetta contadina, che attingeva acqua ad una fonte: le si accostò e le domandò da bere. Ella con sì semplice leggiadria gliene presentò, che, ammirato il re: - Oh la mia buona fanciulla, disse, conosco in voi una certa educazione e grazia, che mi sorprende; se voleste venir meco a Stoccolma, potrei colà procurarvi una buona fortuna. - Non sarebbe mai possibile, rispose la fanciulla, non verrei per tutto l'oro del mondo: ho una povera madre inferma, la quale non ha altro aiuto che il mio. - Ma dov'è vostra madre? riprese il re. - In quella capanna, rispose la fanciulla. - Vengo, con voi. E difatti il re s'incamminò colla contadinella, e giunse a quel povero tugurio consumato dal tempo e dalla miseria. Entrò sconosciuto, e fra il buio osservò un povero lettuccio composto di sola paglia, e vide, sotto uno straccio di lenzuolo, tremante dal freddo una povera donna, oppressa da infermità. La ammalata come vide entrare quel signore, ignorando chi fosse, voleva sollevarsi alcun poco a sedere, ma Gustavo, fattole segno, l'invitò a non incomodarsi; e: - Povera donna, le disse, ho saputo da vostra figlia che siete inferma, e vi ho voluto vedere; invero, la vostra infermità, la vostra miseria mi commuovono! - Ah! signore, ripigliò l'inferma, io sarei essai più infelice se non avessi questa buona figliuola, la quale ha tanta premura per me e mi ama tanto! E così dicendo versava lagrime. Gustavo si sentì intenerito, e porgendo alla fanciulla una borsa: - A te, le disse, buona figliuola, continua ad aver cura di tua madre, e vi sarà chi si ricorderà di te, io sono Gustavo il vostro re. In così dire, commosso alle lagrime, uscì fuori e partì. Si può ben immaginare la sorpresa, la meraviglia delle due donne d'aver ricevuto in casa loro il re di Svezia. Ritornato Gustavo a Stoccolma, dove aveva la reggia, non si dimenticò della fanciulla; assegnò una pensione per tutta la vita alla madre, aggiungendo che questa pensione dopo la morte della madre passasse alla figlia. E così questa buona contadinella fu ricompensata per la grande obbedienza e amore che ebbe alla sua povera madre.
