Sul declinare del secolo passato viveva a Nantes un giovane negoziante, che presso tutti era in voce di grande probità. Fino dai primi suoi anni erasi fatta legge severa di essere sempre schietto e sincero nel suo parlare, così che non vi era in tutta la città chi mettesse in dubbio la verità delle sue parole. In questo tempo funesto per la Francia in cui le più belle azioni erano non di rado punite come delitti, il nostro negoziante fu denunziato a Carrier di aver dato asilo a un proscritto. Questo feroce capitano, senza altra forma di processo che un comando verbale, comandava che il giovane negoziante fosse fatto morire, quando si trasse avanti un vecchio e valoroso ufficiale, e sì gli disse: Perché trarre a morte quest'uomo che forse non ha cessato mai di essere buon patriota, e che è per avventura innocente dell'appostogli delitto? Carrer, vi è un mezzo sicuro per conoscere la verità; colui che tu hai condannato, mai in vita sua non ha detto menzogna, egli è incapace di mentire, dovesse andarne la vita; interrogalo e, s'è colpevole, egli pel primo si accuserà. - Sei proprio certo di quello che dici? rispose Carrer. - Se io ne sono certo! Domanda alla città tutta intera!Carrer, quest'uomo abominevole pei delitti, e che fino del suo nome fa inorridire ogni cuore, si sentì vinto da uno di quei sentimenti, dai quali anche i più grandi scellerati spesso sono compresi, allorché la virtù si presenta loro con tutta la sua attraente bellezza. - Io annullo da mia sentenza, esclamò egli. Un uomo, alla sincerità del quale rende testimonianza un'intera città, non può essere un cattivo patriota. Non solo per questa volta egli avrà salva la vita, ma io proibisco ancora di denunziarlo per l'avvenire.