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martedì 8 luglio 2025

Un cane inviato dalla Provvidenza

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Se noi seguiremo gli esempi datici da Cristo giovine saremo aiutati e protetti da Maria in ogni pericolo come avvenne alla giovane di cui narro la bella storia. Una tal Marianna, giovinetta sui 20 anni, usciva una mattina per tempissimo dal Martinetto (nel borgo S. Donato in Torino) ove abitava, per recarsi al Santuario della Consolata per udirvi la Messa conforme usava ogni dì. Erano i primi di luglio 1870, e tutta sola recitando il suo Rosario camminava tranquillamente per godersi la frescura mattutina tanto cara nei mesi estivi. Presa la via di circonvallazione, che fiancheggia il muro esterno della cinta di Torino, dopo brevi passi vede un grosso cane mastino, di pelo bianco oscuro, sbucar fuori e dimenando la coda in segno d’allegrezza avvicinarsi a lei e camminarle a fianco, come a padrona. Sbigottì dapprima la buona Marianna, ma vedendo il fido cane continuare tranquillamente il cammino, si acquetò e proseguì la sua strada. Fatti due terzi di via ecco un uomo di truce aspetto, di forze erculee, uscire di mezzo alla biondeggiante messe, ed afferrando la giovane pel braccio intimarle d'arrendersi alle sue brutali voglie, o rassegnarsi a morire sotto le percosse. Atterrita la timida giovane manda un acuto grido; a quel segnale il cane misterioso, che fin allora le era camminato sempre docile al fianco, si avventa rabbioso al malcapitato uomo, e gettandolo a terra, colle zampe sul petto lo tiene fitto al suolo, e digrignando i denti, e più e più volte mordendolo, pare che voglia punirlo dell'oltraggio recato alla giovane. L'iniquo non osò più fiatare, né muovere un dito, ché il mastino lo avrebbe finito coi terribili suoi morsi. Liberata Marianna dal mostro brutale, si allontanava prestamente rendendo grazie alla Vergine, di cui era tanto devota, e dopo qualche minuto a corsa la raggiungeva il fido cane, suo compagno e difensore. Essa lo accarezza delicatamente, ma appena giunge al cosiddetto dazio o barriera di Lanzo, sul metter piede dentro la cinta, il cane scomparisce improvvisamente senza poterlo più rinvenire. La stessa Marianna narrò il fatto ad un pio sacerdote con licenza di pubblicarlo a gloria di Maria Santissima.