Un giovane Padre Cappuccino, che predicava per la prima volta nel cantone di Novelda, dovette separarsi dal suo collega di missione per andare da sé solo ad evangelizzare il piccolo villaggio di Romana. Giunto colà viene a sapere che il più ricco proprietario del paese era da lungo tempo divenuto il nemico più accanito dei preti. Aveva già avuto un giorno una viva discussione col Curato, e da quell'epoca aveva giurato un odio mortale agli ecclesiastici ed alla religione. Già da trent'anni più non andava alla chiesa, non lasciava battezzare i suoi figli: proibiva ai suoi domestici, ch'egli pagava meglio e più di qualunque altro, d'accostarsi ai SS. Sacramenti. In breve, tutti lo temevano e molto, ed era generalmente conosciuto sotto il soprannome di bestia feroce. Il giovane missionario comprese subito, che il risultato della sua missione sarebbe stato, pressappoco nullo, se egli non cominciava per ricondurre all'ovile questa pecora smarrita; e che dalla conversione del castaldo dipendeva il buon esito della sua missione. Il Curato si sforzò di dissuaderlo dal suo proposito: gli disse che già molti tentativi s'erano fatti, ma invano, da uomini apostolici per riconciliare colla Chiesa il terribile proprietario. D'altronde egli si rifiutava di accompagnare il missionario nella sua visita alla masseria, che era distante dal villaggio, persuaso qual era che sarebbe stato ricevuto a colpi di bastone, e forse anche a colpi di rivoltella. Ben lungi dal perdersi di coraggio il religioso andò a cercar uomini di buona volontà fra i parrocchiani. Tutti si ricusarono ugualmente nessuno voleva impegnarsi in una impresa che generalmente si teneva da tutti per dannosa o almeno molto imprudente. «Voi almeno, - esclamò il Padre, rivolgendosi ad un ferraio di forma gigantesca ed erculea, voi non ricuserete di venir meco. Ad ogni modo io arrischio assai più che voi, e del resto io vi prego solamente di servirmi di guida, e indicarmi la località». Il ferraio acconsentì non senza difficoltà. Ed ecco, tosto il Padre Cappuccino e il fabbro, seduti ambedue su di unta carretta tirata da un asino pigliare il cammino verso la masseria. Quando furono vicini, il fabbro domandò di ritirarsi, e il Cappuccino fu obbligato a farsi innanzi da solo. Fu ricevuto nella masseria con bastante freddezza, come ciascuno facilmente può immaginarsi. Abbandonato da solo a solo col castaldo, cercò di intavolare ilcolloquio con tutta la possibile gentilezza. Spiegò da principio la ragione della sua visita, con dire che egli, missionario, era solito nelle sue missioni a visitare i principali del luogo. Ma allorquando il padrone di casa già rassicurato, cominciava a pigliare interesse del trattenimento (s'era già lasciato andare a sorridere due o tre volte), il Padre espose nettamente lo scopo che lo aveva ivi condotto. "Se vengo in questo paese, è per cercare dei peccatori e riconciliarli con Dio nel tribunale di penitenza. Ma siccome io era persuaso che voi non sareste venuto a cercare me nel confessionale, eccomi che sono venuto io stesso a trovarvi. Andiamo, mio buon uomo, soggiunse, stringendogli affettuosamente la mano, è tempo oramai che ritorniate a Dio. È già troppo lungo tempo che il vostro cuore soffre orribilmente. Una vita sì spaventevole è tempo di finirla. È il buon Dio che vi offre il perdono; eccovelo quel caro Gesù che vi tende fra le braccia ...». E il castaldo si mise a piangere dirottamente come un fanciullo e a gridare: - Accorrete, o mie genti! Venite! Eccovi il mio benefattore, l'uomo che qui vedete è piuttosto un angelo, che il buon Dio mi ha mandato. E continuava a piangere a calde lagrime. Accorsero tosto i suoi temendo da principio che fosse imminente qualche disgrazia. Ma il missionario che non voleva perdere la sua preda, congedò tosto la gente appena fu rassicurato della cosa, e si mise subito a riconciliare il peccatore col Padre delle misericordie. Nel frattempo il fabbro se ne stava fuori della masseria temendo di sentire colpi di fucile. Quanto agli altri parrocchiani, aspettavamo con impazienza alle porte del villaggio; loro tardava di veder rientrare il cappuccino sano e salvo, sapendo quanto la bestia feroce fosse capace di ogni scelleraggine. Fortunatamente, qualche tempo appresso, il giovane religioso fece il suo ingresso trionfale, con grande meraviglia dei curiosi che credevano di sognare. Il corteggio era composto di tre calessi portanti tutti gli abitanti della masseria. Si vedeva nel primo il terribile castaldo assiso a lato del Cappuccino, e dietro questi modesti equipaggi, nella carretta tirata dall'asino stava seduto il ferraio dal volto annerito, dal quale traspariva una certa confusione. Il Padre conduceva gli abitanti della masseria alla predica, come le primizie delle sue fatiche apostoliche offerte a Dio e per l'edificazione dei parrocchiani. Passò egli qualche tempo a battezzare, a confessare e a benedire le nozze di coloro che erano fin allora vissuti troppo liberamente; e appresso più nulla poteva resistergli in quel villaggio, nel quale il suo nome sarà sempre benedetto.