Si era gravemente ammalato in Roma un giovinotto di circa ventun anni, di professione scalpellino, di nome Agostino. La povera madre di questo disgraziato giovane aveva sempre creduto che suo figlio fosse buono, e non una volta sola le madri prendono questo abbaglio. Ma ora che Agostino sta per morire si fa conoscere per quello che egli è, cioè settario, ricusando i sacramenti ordinati dal medico, il quale ne vede prossima la partenza da questa vita. La madre crede che questo sia un delirio, - Che delirio, grida Agostino, non si facciano scene; se viene il prete l'ammazzo. - Oh! povera madre, oh! desolata famiglia! Ma è vero che le madri sono sempre madri; la madre di Agostino, dopo aver calmato con una foga di affetti le ire di quell'incredulo, va subito a chiamare il parroco. Questi viene, ma inutilmente; dopo aver fatto tutto il possibile per ammollire quel cuore, se ne va. Quella povera donna piena di agitazione, appena partito il parroco, esce di casa e va a picchiare alla porta del convento dei Ss. Giovanni e Paolo, dove sono i PP. Passionisti, invita uno di quei buoni religiosi, del quale si aveva tanta stima da tutti, e lo conduce colle lagrime agli occhi da suo figlio. Oh! che cosa vuol dire un giuramento settario fatto a Satana! Agostino respinse financo alle patetiche esortazioni di quel buon servo di Dio. Ma la madre ancora non si perde di coraggio. Fa un ultimo tentativo e viene a Campitelli, casa dei Chierici Regolari della Madre di Dio, donde seco condusse uno di quei Padri. Entra quel buon sacerdote nella camera di Agostino e tanto dice, tanto fa, che lo induce a ricevere sul petto un abitino della Madonna, quale ultimo invito alla grazia! Ma anche lì il demonio vuol fare i suoi tentativi. Il sacerdote per alcuni affari si ritira, ed ecco che si recano in quella casa due ceffi d'inferno, due settari. È la madre che apre la porta di casa, e quelli ad essa: È forse venuto qui qualche prete? - E quella, impaurita a tale feroce richiesta, rispose di no, e li fa entrare. Madre imprudentissima! Entrano dunque. - Ebbene, Agostino, essi dicono, sei stato forte al tuo giuramento? - Ed Agostino risponde: - Fortissimo; è del tempo che girano, preti in questa casa, ma io non ne ho ascoltato alcuno. - Vile, grida uno di quei due, vile, che cosa hai sul petto? - Gli avevano veduto l'abitino. - Ora vediamo quali sono le tue convinzioni; strappalo colle tue mani. Inorridisco a dirlo! Agostino strappa colle mani l'abitino della Madonna! Troppo tardi la madre si ricorda di essere la padrona di casa; a quell’atto insolente caccia quei mostri; torna il sacerdote, ma, ripeto, troppo tardi, Agostino comincia a mettersi in agonia; che resta da fare? Il sacerdote asperse con l'acqua benedetta il letto di quell'infelice! Oh quale spavento! Non appena Agostino fu asperso di quell’acqua, fu preso da un fremito convulso che metteva orrore! - Che sarà? - grida la madre - Madonna mia, aiutatelo, che muore. Il sacerdote vuol fare una prova, riasperge Agostino con un'acqua non benedetta, ed: eccolo calmo, tranquillo; lo riasperge coll'acqua santa, ed eccolo balzare nuovamente come una furia. Non vi era rimedio: era questo un segno che il demonio si era impossessato di lui. L'ultimo anelito è prossimo, il sacerdote ad alta vece lo chiama, gli presenta il Crocifisso e gli dice: - Agostino, bacia questo Crocifisso, esso ti può salvare. Agostino infatti fissa coi suoi occhi il Crocifisso, il sacerdote lo avvicina al suo labbro, debbo dirlo? Anche il Vangelo ha registrato simile insulto fatto a Cristo nel pretorio di Pilato: Agostino sputa in faccia al Crocifisso, volge la sua faccia, è morto. Terribile esempio a coloro che si ascrivono a sette contrarie alla religione di Cristo! Terribile avvertimento a certe madri che permettono ad ogni sorta di persone di visitare i loro figli moribondi!