Una contadina stava distante due o tre miglia dalla sua parrocchia. Costei avendo bisogno di una grazia dal Signore, promise di ascoltar dentro un anno un gran numero di messe. Perciò quando sentiva sonare una messa in qualche parrocchia di campagna, subito lasciava il lavoro, e s'incamminava alla chiesa e per piogge e per nevi, d'inverno e di estate, senza avere riguardo né a fango né a freddo, né a lunghezza di viaggio. Ritornata poi a casa, per non dimenticarsi del numero delle messe ascoltate, metteva ogni volta una fava in una cassettina, che teneva in un luogo nascosto.Finito l’anno, e credendo di avere adempito al suo dovere, di aver reso un grande onore al Signore, ed acquistato un tesoro di meriti, andò ad aprire la cassetta delle fave. Ma quale non fu la sua meraviglia, quando non trovò che una fava sola? Piangendo si rivolse al Signore: E come mai? disse, di tante messe ascoltate, una sola ne trovo segnata? Non ho io già guardato ad incomodi, né a neve, né a fango! Allora il Signore le inspirò di andarsi a consigliare con un saggio e pio sacerdote. Andò ella difatti, ed il confessore la interrogò come avesse ascoltate quelle messe. Ella rispose che veramente nel viaggio, aveva sempre parlato di interessi, di burle e qualche volta anche mormorato; che nell'ascoltare la S. Messa se l'era passata in chiacchere con questa o con quella, e sempre col pensiero o alla casa o alla campagna. Seco la ragione, disse allora il sacerdote, per cui quelle messe sono perdute: le ciarle, le curiosità, le distrazioni volontarie vi hanno tolto il merito. Il demonio se le è prese per sé, oppure l'Angelo ha levato quelle fave, per farvi vedere che si perdono le opere buone, se non son fatte bene. Ringraziate però il Signore, che una almeno è stava da voi bene ascoltata, e cercate d'ora innanzi di avere maggiore attenzione e divozione quando assistete al S. Sacrificio della Messa.