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martedì 7 ottobre 2025

Mater admirabilis


[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Come il pensiero della presenza di Dio giova moltissimo ad evitare i peccati, così il pensare di sovente a Maria serve mirabilmente a metterci sulla strada che ci conduce a Dio. Allorché i francesi occupavano Roma nel 1850, era fra essi un giovane di Fiandra, il quale contava allora trent'anni; ed erano già diciannove anni che non teneva più nulla di cristiano. Visitò in Roma, come sogliono sempre i forestieri, le chiese principali: e, benché v'abbiano dappertutto monumenti atti a risvegliare nell’animo di chi li riguarda la pietà e la fede, ei nondimeno non ne ebbe la più piccola impressione. Un giorno, che era il 7 di maggio, sortagli vaghezza di visitare la chiesa della Trinità de' Monti, ascese lassù, e dopo averla riguardata tutta, si restò indifferente, come aveva fatto in tutte le altre. In sul partire per scendere nella città, si abbatté in una delle suore francesi, che abitavano al convento attiguo, e la pregò che volesse fargli vedere una interna cappella di quella casa, della quale aveva udito parlare. Era questa la cappella della Madonna Mater admirabilis. La suora lo condusse fin là. Come fu dentro, un freddo sudore gli corse per tutta la vita; e, quasi fuor dei sensi e muto, cadde ai piè dell'altare in ginocchio: tanto gli era penetrata in cuor quell'immagine veneranda! Un quarto d'ora dopo usciva confuso ed incerto. Di che accortasi la buona suora: - Se avete qualche pena, gli disse, se il vostro cuore non è tranquillo, ritornate a Maria. - Il soldato accennò di sì, e si partì. Oh! quell'Immagine gli aveva penetrata tutta l'anima! Da indi in poi gli pareva che la S.S. Vergine, staccata dal muro ov'era dipinta, andasse sempre con lui. Fisso colla mente in essa, l'aveva davanti al pensiero nella veglia e nel sonno: e perfino assistendo a un fuoco d’artifizi gli sembrava di vederla in mezzo a quelle faville. Il giorno dopo fu di nuovo alla cappella, si sentì l'anima tutta rimescolar più forte e bramava di confessarsi. Ma dopo diciannove anni, che non l'aveva più fatto, non vi si sapeva indurre. Intanto l'immagine di Maria gli durava fitta in mente, e fra il desiderio e il timore di confessarsi, andava e ritornava alla cappella di Maria. Così durò quattro giorni a lottare, e finalmente il giorno 13 fra le lagrime e i singulti, fece la sua confessione.