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lunedì 20 ottobre 2025

Un militare dall'animo impavido

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Si trovava un giorno a tavola con altri compagni un giovane ufficiale, e quelli cominciarono a parlare delle cose sante e della religione, con empietà e disprezzo. L'ufficiale dissimulò per qualche tempo, ma vincendo poi ogni riguardo umano li interruppe con modesta franchezza, e loro disse: - Signori, se si parlasse in vostra presenza contro la persona del re e gli interessi dello stato, voi fareste certo tacere tanti indiscreti parlatori. Io non ho tanta autorità da imporvi silenzio, ma mi darete almeno la libertà di dirvi che si deve più rispetto a Dio, che al re, più riverenza per la religione, che per lo stato, e però merita più biasimo chi offende quella che questo. Le parole di questo giovane di cui si stimava la virtù, fecero cambiare discorso a quei signori, i quali invece passarono a parlare sui loro intrighi amorosi, mescolandovi oscene facezie, e racconti impudichi. L'ufficiale arrossì sentendo discorsi sì nefandi, e si levò da tavola. - Dove andate? gli domandarono allora i compagni. - Signori, rispose loro, vado a mangiare coi vostri servi, che son sicuro non terranno alla mia presenza discorsi così infami e dissoluti come i vostri. - Ma noi soggiunsero essi, non parliamo così per offendervi, ma per ridere e divertirci. - Signori, replicò l'ufficiale, sarà un divertimento da cristiani e da persone ben educate il trattenersi in discorsi sì bassi e vergognosi? Per me vi confesso che non posso ridere di questi scherzi che fanno arrossire ogni persona onesta, e li trovo indegni del vostro grado e della vostra condizione. A tali parole dette con buona maniera sì, ma insieme con fermezza, alcuni dei commensali diedero segni di approvazione e applaudirono, i più arditi restarono confusi, e ammutolirono, e s'introdussero discorsi più convenienti.