Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una piccola donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

martedì 21 ottobre 2025

Antonietta Meo, una bambina eroica (lk)

Padre Réginald Garrigou-Lagrange

Brano di una conferenza di Padre Garrigou-Lagrange tenuta nella Curia Generalizia della Compagnia di Gesù il 13 maggio 1943 ai Postulatori delle Cause di Beatificazione della Sacra Congregazione dei Riti.

 

[...] Gli altri fatti che ora citeremo si trovano nella biografia di una bambina morta a Roma il 3 luglio del 1937 a sette anni di età, di nome Antonietta Meo. Questa biografia è stata pubblicata sotto il titolo «Nennolina». Io stesso ben conosco l'autrice, Myriam de G., che ha scritto il libro con grande cura e oggettività. Dopo la morte della bambina ho fatto la conoscenza anche dei suoi genitori, i quali mi hanno confermato tutto quello che si racconta in quel libro; altre conferme mi sono venute dal suo direttore spirituale Mons. Dottarelli, parroco di S. Eusebio, come pure da un vecchio sacerdote e da due Suore dell'Ospedale di S. Stefano Rotondo, dove la bambina morì.


Questa piccina fino dai suoi primi anni era molto pia ed aveva una grande devozione specialmente verso Gesù Crocifisso. Verso i cinque anni cominciò molto a patire per un tumore maligno o cancro a una gamba. Infatti il medico da principio le ordinò profonde iniezioni di tintura di iodio, che sono dolorosissime (op. c. pag. 49). «Alla prima iniezione fatta dalla mamma, Antonietta si dibatte, si torce, piange... (aveva allora cinque anni e mezzo). La mamma impressionata l'accarezza e le dice con tenerezza: Lo so, Antonietta mia, che queste iniezioni ti fanno tanto male, ma è per la tua salute. Sai cosa devi fare quando senti l'ago che ti va dentro? Pensa a Gesù quando fu coronato di spine; ogni spina era come un ago, e le spine erano tante e gli entravano in tutte le parti della testa. Questo ha sofferto Gesù per tutte le anime ed anche per noi. Ci pensi, Antonietta?». La bimba tace, ma il giorno successivo chiama la mamma: «Mammetta, fammi l'iniezione di iodio...». Stupore della signora Meo, che non aveva potuto pensare a quell'istante senza trepidare. Stupore ancora più grande, quando vide la piccola coraggiosa distendersi sul letto senza la minima esitazione e la udì cantacchiare mentre l'ago le penetrava nelle carni... «Ecco fatto, dice la mamma commossa; brava Antonietta». — «Vedi che non ho pianto, esclama la bimba; la farò sempre volentieri l'iniezione per amore di Gesù». Ed ora Antonietta non solo sarà tranquillissima al momento dell'iniezione, ma farà la più lieta accoglienza alla mamma armata del terribile ago.


Però le iniezioni non dànno il risultato sperato. Professori specialisti confermano la terribile diagnosi: un sarcoma rode la gamba sinistra della bimba. Bisogna amputarla e presto! Antonietta è portata alla Clinica delle Suore inglesi di S. Stefano Rotondo; non sa ancora il suo male. La mamma col cuore stretto cerca di prepararla. «Antonietta, se Gesù ti chiedesse i giocattoli, glieli daresti tutti? — Si, mammina. — E se Gesù ti chiedesse una gambina? — Si affretta a rispondere senza esitare: Sì, mamma, anche la gamba! — E dopo un istante di silenzio: — Ci sono nel mondo tanti peccatori e quindi qualcuno deve riparare.

Dopo l'operazione soffriva molto per la circolazione del sangue che violentemente veniva alla testa; ma offriva i suoi dolori per i peccatori e per i missionari e diceva: «Oggi faccio la missionaria». Al babbo che domandava: «Sono forti i tuoi dolori, Antonietta?», risponde: Papà, il dolore è come la stoffa, più è forte e più ha valore. Se la Suora non avesse udita questa risposta non l'avrebbe creduta possibile sulle labbra di una bimba di cinque anni e mezzo.

Ma questa fanciulla non ancora settenne era arrivata a tanto amore alla Croce che dopo la seconda operazione con cui le furono tagliate due costole, comprimeva con una mano la piaga per soffrire di più per la conversione dei peccatori. Questo è amore della croce non solo accettata, ma domandata e cercata.

La prefazione di questo libro è scritta da sua Eminenza il Cardinale Piazza, Patriarca di Venezia, il quale dice: «Si passa di ammirazione in ammirazione, di commozione in commozione... A pensar bene non esiste che una spiegazione: Quella data da Gesù nella commossa preghiera al Padre: «Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto occulte queste cose ai saggi e prudenti e le hai rivelate ai parvoli». Eccoci dinanzi ad una di tali stupende rivelazioni fatta precisamente a una bambina che non toccò i sette anni di età, e dimostrò di aver compreso a meraviglia le più ardue verità intorno a cui i filosofi senza fede si affaticano invano. Confiteor Domine coeli et terrae! Bisogna proprio ringraziare Dio di tale dono di luce a una piccola anima diventata «faccola» per illuminare le nostre tenebre.

Il problema del male! Antonietta Meo comprese fino dai tre anni che il vero male non è il dolore, né la morte e da allora recitò ogni sera del suo breve pellegrinaggio la preghiera: «Caro Gesù, fammi la grazia di farmi morire prima di aver commesso un peccato mortale».

Fu proprio il Crocifisso, il Maestro caro, l'Amico tenerissimo, il Compagno indivisibile di Antonietta. Quando più aumentava il dolore, fatto martirio negli ultimi mesi, diceva: «Sono contenta di restare sul Calvario vicino a Te, caro Gesù!». E a chi si meravigliava perché non domandasse a Dio la guarigione: «Tu non comprendi, osservava la piccola, tu non sai che io sono felice di soffrire per offrire i miei dolori a Gesù».

Offriva tutto per i peccatori: «Oggi faccio la Missionaria», disse un giorno preparandosi a una dolorosa medicazione... Va', dunque, piccola eroina, conclude il Patriarca di Venezia, fa' da Missionaria ancora con questo libro fra le genti sperdute nelle tenebre. «Come si ama Dio?» Ti fu chiesto a sorpresa: e Tu pronta a rispondere «Con i sacrifici». E tutta qui la Sapienza che il Padre Celeste ti rivelò, affinché piccola messaggera, Tu la rivelassi al mondo, a questo mondo tormentato, senza pace, da quando ahimè! si trova senza amore!».

Devo però anche dire che questa fanciulla ricevé più volte lo specialissimo aiuto della visione immaginativa di Gesù Crocifisso, come mi ha raccontato il suo Direttore spirituale Mons. Dottarelli. E quando le domandava: Ma dov'è questa apparizione? la bambina toccandosi gli occhi, rispondeva: «È qui!» e con tutta umiltà manifestava al Direttore la sua certezza di quella visione senza ombra di dubbio. Certo questo fu per lei un aiuto straordinario a sopportare cristianamente ed eroicamente quei dolori eccezionali, come furono le apparizioni della Vergine Maria per i Fanciulli di Fatima. Ma in questo non ci fu un miracolo che trasformasse quei fanciulli in adulti, perchè com'è evidente, conservarono la mentalità ordinaria di fanciulli cristiani per quanto ottimi.


Dopo la morte di questa santa bambina, che apparteneva all'Azione Cattolica, molti malati che soffrivano della stessa malattia, cioè di cancro, si raccomandarono a lei, e almeno due, come si riferisce, furono miracolosamente guariti; molti altri poi ebbero la grazia di sopportare, con grande conformità ai voleri di Dio, i loro dolori, sino alla morte. Di più questa fanciulla ottenne diverse meravigliose conversioni, delle quali ho letto il racconto.


Dopo tutto questo sembrerà inutile la seconda parte del mio discorso, ma qualche cosa si potrà ancora brevemente dire sulla natura e le condizioni delle virtù eroiche nei bambini.