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sabato 11 febbraio 2023

Quanto è bella la Messa in latino!

Tempo fa una studentessa universitaria mi ha raccontato con entusiasmo di aver assistito per la prima volta in vita sua alla Messa tridentina.


Carissimo fratello in Cristo,
                                                   come stai? Volevo farti partecipe della gioia che ho provato in questo giorno. Oggi finalmente ho assistito alla Messa in latino per la prima volta. Sono contentissima! Che bello vedere gente che ci tiene ancora a partecipare alla Messa in rito antico! Ma soprattutto, che bello poter fare la Comunione in ginocchio! Mentre il celebrante faceva il segno di croce con l'Ostia consacrata in mano io fissavo il mio Gesù finché poi si è dolcemente posato sulla mia lingua. Che delicatezza! Così va fatta la Comunione! Che bellezza! Oltre a questo volevo ringraziarti per le bellissime lettere pubblicate sul tuo blog. Senza di esso non sarei mai arrivata a conoscenza di tante cose. Grazie! Non sai quanto bene stai facendo alle Anime, o meglio, quanto bene il Signore fa attraverso te! […] Che Dio ti benedica!

A presto.
(Lettera firmata)


Carissima in Cristo,
                                        innanzitutto sono contento di risentirti dopo molto tempo, mi chiedevo che fine avessi fatto.  :-)   Mi fa molto piacere sapere che finalmente tu sia riuscita ad assistere al Santo Sacrificio della Messa celebrato secondo il glorioso e intramontabile Rito Romano antico. La liturgia tradizionale è davvero di grande edificazione per l'anima, si percepisce con maggiore intensità l'aspetto sacrificale della Messa. 

Hai ragione, è meraviglioso potersi comunicare in ginocchio, ricevendo con devozione Gesù sacramentato direttamente sulla lingua, senza il pericolo che dei frammenti possano restare sulle proprie mani. Quanto vorrei che tutti i fedeli potessero comprendere questi discorsi! Ahimé, c'è tanta gente infetta dallo spirito modernistico che è “allergica” a tutto ciò che ha un sapore tradizionale, come insegna il Sommo Pontefice Benedetto XV nell'enciclica “Ad Beatissimi Apostolorum Principis” del 1914: “Né soltanto desideriamo che i cattolici rifuggano dagli errori dei Modernisti, ma anche dalle tendenze dei medesimi, e dal cosiddetto spirito modernistico; dal quale chi rimane infetto, subito respinge con nausea tutto ciò che sappia di antico, e si fa avido e cercatore di novità in ogni singola cosa, nel modo di parlare delle cose divine, nella celebrazione del sacro culto, nelle istituzioni cattoliche e perfino nell'esercizio privato della pietà.”

[...] Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter