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lunedì 9 novembre 2009

Circa la Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus”


Ho letto con attenzione la Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus” con la quale Benedetto XVI ha spalancato le porte della Chiesa Cattolica agli anglicani che desiderano entrare in comunione col Romano Pontefice. Certamente è un fatto molto positivo che dei gruppi di anglicani abbiano chiesto al Papa di voler aderire al cattolicesimo, tuttavia non mi è ancora chiaro quanti siano grossomodo coloro che hanno manifestato l'intenzione di “attraversare il Tevere”.

Gli anglicani nel mondo sono circa 70 milioni, ma i fedeli praticanti sono una piccola minoranza. Se non ricordo male, ho letto da qualche parte che in Inghilterra i praticanti sono all'incirca il 5%. Dunque si tratta di pochi milioni di persone, e molto divise tra di loro. Ci sono infatti varie correnti; si va da quelle ultra progressiste (favorevoli alle unioni omosessuali, alla contraccezione, alle donne prete, ai vescovi gay e altre cose di questo genere), alle correnti filo-cattoliche che utilizzano riti liturgici che assomigliano parecchio alla Messa tridentina (ad esempio il rito di Sarum). E' logico supporre che sia soprattutto dalle file di questi anglo-cattolici che giungeranno le adesioni agli ordinariati personali previsti dalla suddetta Costituzione Apostolica. A mio avviso, il successo o l'insuccesso di questo documento vaticano, sarà decretato principalmente dal numero dei vescovi e dei preti che decideranno di abbandonare lo scisma. I fedeli in genere seguono i propri pastori, quindi dobbiamo sperare (e pregare) che il clero già anglicano prenda in massa la via di Roma. Staremo a vedere cosa accadrà. Spero solamente che questi nostri fratelli anglo-cattolici che aderiranno al cattolicesimo non vengano condannati all'ostracismo, come purtroppo ancora oggi accade a non pochi cattolici legati alla celebrazione del Santo Sacrificio secondo l'antica forma liturgica.