La Messa come sacrificio: una dottrina minacciata
La Riforma protestante, guidata da figure come Martin Lutero, aveva sostenuto che il sacrificio di Cristo sulla croce era un evento unico, perfetto e irripetibile. Di conseguenza, la Messa non poteva essere considerata un nuovo sacrificio, ma al massimo un ricordo, una "memoriale", un'occasione per i fedeli di ricevere la grazia attraverso la fede nella parola di Dio e nel sacramento dell'Eucaristia. Questa visione negava il ruolo del sacerdote come ministro che offre il sacrificio e riduceva l'altare a una semplice mensa.
Il Concilio di Trento risponde
Il Concilio di Trento ha risposto a queste obiezioni con il Decreto sul Santissimo Sacrificio della Messa, promulgato nella Sessione XXII (1562). L'insegnamento centrale del Concilio è che la Messa non è un sacrificio diverso da quello della croce, ma lo stesso sacrificio di Cristo che viene reso presente. Il Concilio ha usato un linguaggio preciso per chiarire questo concetto:
Identità tra il sacrificio della croce e quello della Messa: Il Concilio ha dichiarato che nella Messa si offre lo stesso Cristo che si è offerto sulla croce. L'unica differenza risiede nel modo in cui il sacrificio viene compiuto: sulla croce in maniera cruenta (con spargimento di sangue), nella Messa in maniera incruenta (senza spargimento di sangue).
La Messa come propiziazione: Il Concilio ha affermato che il sacrificio della Messa è propiziatorio. Questo significa che esso ottiene il perdono dei peccati per i vivi e per i morti in Purgatorio. Questo punto era in netto contrasto con i riformatori, che negavano l'efficacia della Messa per i defunti.
Il ruolo del sacerdote: Il Concilio ha ribadito che il sacerdote non agisce in nome proprio, ma in persona Christi (nella persona di Cristo). È Cristo stesso il sacerdote principale che si offre per mezzo del ministro ordinato. Questa dottrina ha rafforzato l'importanza del sacerdozio e ha ribadito il suo ruolo unico nel compiere questo atto sacrificale.
Il sacrificio offerto per scopi specifici: La Messa può essere offerta in onore dei santi, per chiedere intercessione, o per varie altre intenzioni particolari (es. per la pace, per la salute). Il Concilio ha difeso questa pratica, sostenendo che sebbene la Messa abbia un valore infinito, i suoi frutti possono essere applicati a intenzioni specifiche, arricchendo la vita spirituale della comunità.
Le conseguenze degli insegnamenti tridentini
Le decisioni di Trento hanno avuto un impatto duraturo sulla liturgia cattolica. La Messa è stata standardizzata con il Messale Romano di San Pio V (pubblicato nel 1570), che ha codificato in modo dettagliato i riti, le preghiere e le rubriche, garantendo l'uniformità del rito romano in tutto il mondo. Il focus sull'altare, sul tabernacolo e sul sacerdote che celebra il sacrificio è diventato il centro della liturgia. Questi insegnamenti, pur se contestati da alcuni movimenti successivi, hanno plasmato la teologia e la pratica eucaristica della Chiesa Cattolica.