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lunedì 20 ottobre 2025

La convivenza prima del matrimonio è un peccato grave? (lk) mil

Fidanzati e convivenza prima del matrimonio
Sì, secondo i tradizionali manuali di Teologia Morale cattolica, la convivenza dei fidanzati prima del matrimonio (o coabitazione more uxorio) è considerata un peccato grave (mortale).

Questa posizione si basa su tre principi fondamentali della morale cattolica riguardanti la castità e il sacramento del matrimonio:

1. Assenza del Sacramento

La convivenza, per definizione, è una relazione stabile e sessuale che avviene al di fuori del Sacramento del Matrimonio.

  • Il Magistero della Chiesa insegna che l'atto sessuale (il rapporto coniugale) ha due scopi inscindibili: l'unitivo (l'espressione e il rafforzamento dell'amore totale tra i coniugi) e il procreativo (l'apertura alla vita).

  • L'atto sessuale è moralmente lecito solo all'interno del matrimonio validamente celebrato, che è l'unica cornice in cui gli sposi si sono promessi un amore totale, definitivo e fecondo.

  • Vivere more uxorio al di fuori del matrimonio è quindi un'unione che manca della grazia sacramentale e della benedizione di Dio, e rappresenta un'usurpazione di ciò che appartiene solo agli sposi.

2. Peccato Contro la Castità

La convivenza "more uxorio" dei fidanzati implica l'esercizio della sessualità fuori dal vincolo matrimoniale, il che costituisce un peccato di fornicazione o, se uno dei due è sposato con un'altra persona, adulterio.

  • I manuali tradizionali (e il Catechismo moderno) insegnano che la fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi che non sono sposati tra loro. Essendo un atto riservato al matrimonio, è intrinsecamente disordinato e costituisce un peccato grave contro il sesto comandamento ("Non commettere atti impuri").

3. Mancanza di Impegno Definitivo

La convivenza è vista come la negazione dell'impegno pubblico e definitivo che il sacramento garantisce.

  • Mentre il matrimonio è un patto irrevocabile davanti a Dio e alla Chiesa, la convivenza mantiene la porta aperta alla separazione e non offre garanzie di stabilità o fedeltà. Per i manuali, questa mancanza di impegno è in sé un'offesa all'ideale cristiano e un contrassegno pubblico di peccato.


Conclusione: I manuali tradizionali sono estremamente chiari nel classificare la convivenza come una situazione oggettivamente peccaminosa, che pone gli individui in uno stato di peccato mortale finché non si regolarizzano (sposandosi) o interrompono la coabitazione e l'attività sessuale.