[Avvertenza: questa è solo un'intervista immaginaria]
Cordialiter - Eccellenza, se si facesse un sondaggio demoscopico, lei risulterebbe certamente il vescovo più famoso del mondo. Che impressione le fa, essere il vescovo vivente più noto?
Williamson - Non ho mai avuto l'ambizione di diventare il vescovo più famoso. C'è gente che fa di tutto pur di apparire in televisione, e altra gente che diventa famosa senza volerlo.
C - Pensa ancora che gli israeliti sterminati dai nazisti siano stati solo 300.000?
W – Dopo la bufera mediatica ho avuto modo di approfondire la questione e ho letto le relazioni segrete che don Primo Scavizzi, cappellano militare delle truppe italiane in Russia, inviò a Pio XII. In queste relazioni scritte nel 1942, quando gran parte dell'Europa orientale era occupata dalle forze dell'Asse, don Scavizzi affermava che lo sterminio degli ebrei in alcune zone era quasi totalitaria e che i nazionalsocialisti erano riusciti a sterminarne oltre 2 milioni mediante mitragliamenti di massa.
C- Dunque, secondo lei, quanti ebrei sono morti fino al termine della guerra?
W – E' impossibile rispondere con assoluta certezza. Si tratta certamente di milioni di persone, però sono passati tanti anni e molti documenti sono andati distrutti. Vari storici hanno formulato cifre discordanti tra loro. Wikipedia ne cita tre: 5,1 – 5,6 e 5,9 milioni. E' bene che gli storici continuino ad approfondire questa pagina orribile della storia.
C – E delle camere a gas cosa gliene pare?
W – Come ho già detto, milioni di giudei vennero sparati e gettati nelle fosse comuni, tanti altri morirono di fame segregati nei ghetti, altri vennero massacrati nei pogrom del “Conducător” romeno, il generale Ion Antonescu, alleato di Hitler; altri ancora morirono di stenti durante la deportazione nei carri bestiame e la prigionia nei lager. Dopo i primi anni di guerra molti israeliti vennero assassinati nelle camere a gas, soprattutto donne, vecchi e bambini. Comunque, a prescindere dal metodo utilizzato nel genocidio, ciò che conta è che tanta povera gente sia stata uccisa ingiustamente a causa della neopagana ideologia nazionalsocialista, condannata solennemente dalla Chiesa già nel 1937. La storia insegna che quando gli uomini si allontanano da Dio, diventano capaci di compiere qualsiasi crimine efferato.
C – Monsignore, lei odia gli ebrei?
W – Sono un cristiano! Se odiassi gli israeliti dovrei odiare anche Gesù, la Madonna, San Pietro e tanti altri santi! Io amo gli ebrei, vorrei però che riconoscessero che Gesù Cristo è il Messia.
C – Nell'ottobre 2009 sono iniziati i colloqui dottrinali tra la santa Sede e la Fraternità San Pio X. Per quanto riguarda l'esito finale, lei è ottimista o pessimista?
W – Sono realista.
C – Alcuni sostengono che i colloqui potrebbero durare decenni. Anche lei è di questo parere?
W – No. Se non sorgeranno intoppi, entro la primavera 2011 dovrebbe essere tutto finito.
C - E poi che succederà?
W – Il futuro è nelle mani di Dio.
C – Qualcuno dice che lei sia un maschilista contrario alla presenza delle donne nel mondo del lavoro. E' vero?
W – Io credo che l'uomo e la donna abbiano pari dignità innanzi a Dio. E' ovvio che una donna nubile, per vivere debba avere un lavoro, possibilmente adatto alla sua indole femminile, come lo è la professione di insegnante. Però non posso non avere una grande stima per quelle donne sposate che svolgono il nobile compito di casalinga. Quando una donna esce la mattina per andare a lavoro, e torna la sera tardi, la sua mancanza in casa si sente molto. Soprattutto i figli ne risentono parecchio dell'assenza materna. Senza la moglie in casa, viene a mancare l'anello di congiunzione della famiglia, l'atmosfera del focolare domestico si spegne, e le abitazioni si trasformano spesso in alberghi dove si dimora solo la notte. Purtroppo, a causa delle precarie condizioni economiche delle famiglie, molte donne sono costrette a lavorare. Gli Stati nazionali, invece di sciupare soldi per promuovere i contraccettivi, l'aborto e l'omosessualità, dovrebbero dare maggiori sussidi alle famiglie numerose e alle donne che scelgono di accudire i figli e fare le casalinghe.