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martedì 16 gennaio 2024

Cinegiornali di guerra dell'Istituto Luce?

Tempo fa ho sorriso quando ho letto l'accusa di un signore anonimo, il quale sosteneva che il mio modo di esprimermi sarebbe simile a quello usato dai cinegiornali prodotti dall'Istituto Luce durante il “Ventennio”. Evidentemente costui non ha mai letto i testi dei discorsi di Pio XII, il quale utilizzava un linguaggio virile e battagliero, penso ad esempio al magistrale discorso “Una gioia” con cui il 30 dicembre del 1953 benedisse la santa Crociata della purezza indetta dalla gioventù femminile di Azione Cattolica. L'eroico Pontefice, col suo linguaggio tutt'altro che “politicamente corretto”, espresse il suo pensiero sulle storiche Crociate in Terra Santa con queste energiche parole: “Il degno e felice nome di Crociata, da voi scelto e imposto alla bella e grande vostra campagna, mentre s’ingemma della Croce, faro di salvezza al mondo, risveglia i gloriosi ricordi storici delle Crociate dei popoli cristiani, sante spedizioni e battaglie fatte e combattute insieme, sotto i sacri labari, per la conquista dei Luoghi Santi e per la difesa delle regioni cattoliche dalle invasioni e minacce degli infedeli”.

L'8 settembre 1953 si rivolse agli assistenti ecclesiastici diocesani della Gioventù Italiana di Azione Cattolica con queste parole: “In questi tempi di tanta trepidazione e così risolutivi per la salvezza degl'individui, per l'ordine nelle nazioni e per la pace fra i popoli, la Chiesa ha chiamato e continua a chiamare a raccolta tutti gli uomini di buon volere, affinchè si considerino come mobilitati per la lotta contro un mondo così disumano, perchè così anticristiano. Noi stessi andiamo ripetendo che, crollate alcune vecchie strutture, occorre intraprendere l'opera della ricostruzione di un mondo in molti aspetti diverso e migliore. Ora Noi guardiamo la Gioventù cattolica come una delle più belle forze, sulle quali si può fare sicuro assegnamento. Oltre 200.000 Iuniores e 300.000 Aspiranti sono certo preziose reclute di un grande, promettente esercito : splendida primavera di giovinezze da poco sbocciate o che stanno per aprirsi alla vita. Ci pare quasi di vedere qui raccolte tutte le anime di questi carissimi figli, pupilla degli occhi Nostri. Voi infatti li portate, in modo misterioso ma vero, nel vostro cuore sacerdotale, e in questo momento state come presentandoli a Noi per invocare su di essi la benedizione di Dio. Dite loro che il Papa li ama di tenerissimo amore e conta su ciascuno di loro. Dite che abbiamo bisogno di giovani eroi, disposti a tutto per amore di Cristo e della sua Chiesa. Noi siamo certi che basterà un Nostro « cenno », una Nostra « voce », perché l'Altare abbia il suo esercito, pacifico ma ardito, pronto alla difesa, alla conquista, alla positiva costruzione”.

Pochi giorni dopo, nell'Allocuzione del 19 settembre, si espresse con queste parole: “Noi abbiamo raccomandato di preparare alla Chiesa un esercito di giovani eroi, pronti a qualsiasi ardimento. Volete anche voi essere coraggiose avanguardie di questo pacifico esercito? Volete corrispondere pienamente a ciò che la Chiesa aspetta dalla sua gioventù studiosa? Dopo il felice successo nel Concorso « Veritas », vi attende un'altra vittoria : quella sopra un mondo senza Cristo, senza Dio. Ma non si combatte e non si vince una tale battaglia spirituale, se non con una fede viva, integra, coerente. Haec est victoria, quae vincit mundum, fides nostra”.

Potrei citare anche altri discorsi, tra cui l'entusiasmante radiomessaggio “Con inmenso gozo”, del 16 aprile 1939, con cui si rallegrò della vittoria delle eroiche truppe della coalizione anticomunista che era riuscita a sconfiggere le milizie “rosse”, liberando così la Spagna dalla feroce, sanguinaria e anticristiana tirannide anarco-marxista.

Quel signore anonimo probabilmente non ha mai letto le parole di “Bianco Padre”, celebre canzone in voga ai tempi di Pio XII tra i membri della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, che contiene frasi del tipo “falange di Cristo Redentore”, “siamo arditi della fede”, “siamo […] un esercito all'altar”, "Balde e salde s'allineano le schiere [...] ed ogni figlio è pronto alla guerra  [spirituale, n.d.r.] votato al sacrificio ed all'amor" (musica di Mario Ruccione, testo di Guglielmo Giannini).

Dunque, come dimostrato, il linguaggio virile e battagliero non è una prerogativa esclusiva dei cinegiornali dei tempi che furono, ma è un linguaggio che ha avuto piena cittadinanza anche nella Chiesa Cattolica. Insomma, io non cerco di ispirarmi ad Achille Starace o a qualche altro gerarca del Ventennio, ma a Pio XII, uno dei più grandi condottieri della Chiesa militante.