Oggi ricorre il settimo anniversario dell'entrata in vigore del Motu Proprio “Summorum Pontificum” che ha liberalizzato l'utilizzo del Missale Romanum del 1962. Senza alcun dubbio si è trattato di un avvenimento epocale che sta già apportando, e apporterà ancora di più in futuro, dei benefici spirituali inestimabili. Il rito antico non è più un qualcosa di “tollerato”, ora è un vero e proprio diritto dei fedeli e dei sacerdoti. Benedetto XVI ha abbattuto la “cortina di ferro" liturgica che per anni ha impedito a tanti cattolici di poter soddisfare le proprie legittime aspirazioni.
Come sono andati questi anni? Se devo essere sincero, quando venne pubblicato il Motu Proprio pensavo che i denigratori della Messa tridentina si sarebbero “limitati” all'ostracismo silenzioso, non mi aspettavo affatto una ribellione così sfacciata, arrivando ad esercitare pressioni, minacce e punizioni nei confronti dei "cattolici di rito antico", e a pubbliche manifestazioni di dissenso nei confronti di Benedetto XVI. Insomma, ci è mancato solo l'olio di ricino nei nostri confronti! :-) Ma come è possibile tutta questa rabbiosa avversione nei confronti di un rito sacro che ha nutrito innumerevoli anime nel corso dei secoli? Questo indica che la situazione spirituale generale è decisamente più grave del previsto. Odiare la Messa di San Pio V significa essere a un passo dalle tesi di Lutero. Comunque, le “purghe moderniste” non sono riuscite ad arrestare l'avanzata del movimento tradizionale. I fedeli interessati alla liturgia antica sono aumentati in maniera esponenziale, nelle librerie hanno spopolato numerosi testi filo-tridentini, i centri di Messa si sono moltiplicati a dismisura, alcuni istituti religiosi hanno aderito in massa al rito antico, circa 400 vescovi di tutto l'orbe cattolico hanno celebrato pubblicamente il Santo Sacrificio secondo l'usus antiquior. Dunque il bilancio è nettamente positivo visto che la situazione è decisamente migliorata rispetto al passato. Certo, bisogna riconoscere che ci sono delle accanite “sacche di resistenza”, ma ormai è impossibile per i denigratori della liturgia antica fermare il movimento tradizionale; sarebbe come tentare di fermare un fiume in piena.