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martedì 1 settembre 2015

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Libro “Spia del Vaticano” del gesuita Padre Pietro Leoni (1909-1995), che durante la seconda guerra mondiale fu cappellano militare dei nostri soldati in Russia. Nel voluminoso libro di circa 470 pagine, Padre Leoni racconta la sua esperienza di apostolato in Russia, prima come cappellano militare, poi come parroco ad Odessa (Ucraina), che a quel tempo era stata liberata dalla tirannide stalinista, e le chiese erano state riaperte al culto. Ma Stalin, grazie all'enorme aiuto ottenuto dagli anglo-americani, riuscì ad armarsi poderosamente e a sfondare la linea dell'Armata Italiana sul fiume Don, e un po' alla volta a riconquistare l'Ucraina e tanti altri territori. Padre Leoni non se la sentì di abbandonare il suo gregge, così decise di rimanere ad Odessa. 

Inizialmente i sovietici lo “tollerarono”, ma quando la guerra volse al termine ricominciarono le persecuzioni, e Padre Leoni venne incarcerato e rinchiuso nei famigerati gulag stalinisti con l'accusa di essere una “spia” del Vaticano. Alcuni anni dopo la morte di Stalin, l'eroico gesuita venne espulso dall'Unione Sovietica e rispedito in Italia. Padre Pietro Leoni scrisse questo libro per raccontare la sua odissea in URSS, far conoscere i crimini dei sovietici e far capire alla gente che l'Unione Sovietica non era il paradiso terrestre dei lavoratori-proletari, ma un Paese nel quale regnavano miseria, paura, vessazioni da parte dello Stato comunista, prepotenze da parte dei membri del regime bolscevico, ecc.

Ovviamente leggere questo libro non deve indurre a odiare i comunisti, ma a odiare la loro inumana ideologia.