Pubblico un post scritto da Teodolinda (pseudonimo scelto da una collaboratrice del blog), la quale ha riassunto in maniera chiara ed esaustiva alcune pagine tratte dal "Manuale delle figlie di Maria Immacolata dirette dalle figlie della carità", pubblicato a Torino nel 1904. I seguenti consigli sono validi per qualunque persona. Ringrazio di cuore la prof. per il tempo che dedica al blog in maniera disinteressata.
Affinchè un regolamento di vita sia espressione della volontà di Dio è necessario che:
1 - sia fondato su principi cristiani;
2 - che si accordi ad ogni occupazione il luogo e il tempo che si addicono alla sua importanza;
3 - che sia approvato dal direttore spirituale.
Un buon regolamento deve fondarsi sulle massime evangeliche che devono essere fedelmente osservate per raggiungere la vera pietà che è la pratica più esatta dell’evangelica perfezione.
Nostro Signore Gesù Cristo è l’autore delle massime evangeliche che sono infallibili e si oppongono alle massime del mondo che sono false e conducono all’eterna rovina. Le massime di Nostro Signore sono la vera base di una regola di condotta.
Alcuni principi cristiani indispensabili per regolare le occupazioni della giornata sono:
1 - la somma importanza della salvezza dell’anima senza la quale tutto è perduto;
2 - la maggiore eccellenza dell’anima rispetto al corpo, cioè avere almeno tanta cura dell’anima come del corpo e darle gli alimenti e i rimedi di cui ha bisogno per sostenere le forze vitali della sua esistenza soprannaturale;
3 - la necessità per tutti della preghiera e del lavoro, della mortificazione e della penitenza.
Un cristiano che voglia vivere in profondità questi principi di vita cristiana deve aggiungervi i sentimenti di una vera e soda pietà. La pietà è un bisogno del cuore e si potrebbe quasi dire, senza esagerare, che chi non è pio spesso non è neppure cristiano. Per non cadere sono necessari il timore e l’amore di Dio unite a una fervida e coraggiosa devozione. Il sostegno alle tentazioni, ai difetti quotidiani, alle passioni e alle irregolarità di carattere si trova nella pratica della pietà. Quando la pietà regna nell’anima tiene a freno l’amor proprio e aiuta la persona a compiere con gioia tutti i suoi doveri. Essa ispira sentimenti nobili e fermi, teneri e talvolta sublimi: la fede viva, la generosa affezione, la confidenza filiale, il timor di Dio, la gratitudine per i suoi benefici, l’adorazione, la preghiera, lo zelo per lo studio della sua legge e per l’ascolto della sua parola, visitare le chiese, adornare gli altari e celebrare le feste. In cambio della pietà si riceve come forza ristoratrice la forza morale, l’energia per il bene, il coraggio invincibile contro il male e, dove ci sia l’occasione, l’eroismo dell’anima nelle prove della vita.
I principi di vita cristiana vanno quindi uniti a una vera e solida pietà come basi per un regolamento di vita. La vera pietà consiste nell’amore del dovere ed è sorretta dal coraggio, dalla confidenza e dalla pace che derivano da una buona coscienza e dall’unione sincera con Dio. Questa pietà non è altro che l’amor di Dio tenero e delicato.
Partendo da questi principi sarà facile capire l’importanza da dare alle proprie occupazioni e quale tempo e luogo conviene assegnare a ciascuna di esse nel regolamento di vita.
A gloria di Dio,
Teodolinda