Continuano a giungere buone notizie dalla Siria. L’esercito e le milizie paramilitari filogovernative hanno sfondato le linee difensive dei jihadisti barricati nella zona orientale di Aleppo (prima della guerra civile era la città più popolosa della Siria) e hanno liberato numerosi quartieri dal tirannico regime islamista. La popolazione sta accogliendo con esultanza le truppe liberatrici e sta tornando ad issare il vero tricolore siriano (rosso-bianco-nero), non quello dei ribelli (verde-bianco-nero).
Davvero vergognosa è la propaganda del regime culturale progressista al potere in Occidente, secondo cui in questa vicenda i “buoni” sono i jihadisti (definiti da Obama “ribelli moderati”), cioè coloro che torturano e fucilano i prigionieri, bombardano alla cieca i quartieri di Aleppo ovest abitati dai civili, vandalizzano le chiese e perseguitano i cristiani, e compiono altri crimini contro l’umanità; mentre i “cattivi” sono i soldati dell’esercito, i quali invece rispettano la libertà religiosa dei cristiani e stanno liberando la propria Patria dalla barbarie jihadista. Ovviamente i vescovi cristiani della Siria stanno dalla parte dell’esercito.
Ricordo che uccidere il nemico durante una guerra giusta è moralmente lecito (senza odiare l’avversario), come insegna il Magistero perenne della Chiesa. Ecco cosa disse in proposito il grande Papa Pio XII, di gloriosa e immortale memoria: “(...) eccettuati i casi della legittima difesa privata, della guerra giusta e guerreggiata con giusti metodi, e della pena di morte inflitta dall’autorità pubblica per ben determinati e provati gravissimi delitti, la vita umana è intangibile” (citazione tratta dall’allocuzione pronunciata in Vaticano ai parroci di Roma il 23 febbraio 1944). Padre Teodoro, celebre moralista, affermava: “Perché sia permessa, la guerra deve essere dichiarata dalla legittima autorità dietro giusto motivo e condotta con modi legittimi. Un motivo giusto per indire una guerra può essere: il respingere una ribellione, una grave ingiustizia, un'aggressione, difendere la religione, ecc.” (citazione tratta da "Teologia Morale: prontuario di morale cattolica per sacerdoti e laici", di Padre Teodoro da Torre del Greco, O.F.M. Cap., Edizioni Paoline, 1964). Dunque il legittimo governo siriano fa benissimo a combattere i jihadisti, perché ha il dovere di tutelare l'ordine pubblico e il bene comune del popolo.
Tra i militi delle forze armate siriane stanno mostrando particolare ardimento in battaglia i valorosi soldati della Guardia Repubblicana e i commandos della “Tiger Force”, le truppe d'assalto capitanate dal giovane generale Souhail Hassan, detto "El Tigre". Per capire che tipo sia Hassan, basti sapere che quando era colonnello rifiutò la promozione a generale poiché temeva di essere destinato a finire in qualche ufficio di Damasco, e i superiori per riuscire a convincerlo ad accettare il nuovo grado dovettero promettergli di lasciarlo continuare a combattere al fronte. Durante gli aspri combattimenti in corso, gli indomiti soldati siriani temprati al fuoco e alla lotta, e armati di intrepido coraggio, stanno mostrando in faccia al mondo e al nemico il proprio valore compiendo atti di fulgido eroismo. In questo momento stanno tenendo alto non solamente il vessillo della propria Patria, bensì anche la bandiera della civiltà, contro la barbarie islamista.
Quando Aleppo sarà stata completamente liberata dall'oppressione jihadista, finalmente i numerosi cristiani aleppini potranno vivere in pace nella propria città.