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venerdì 26 gennaio 2024

I rapporti coniugali fanno meritare agli sposi una ricompensa eterna

Nell'interessante libro "L'uomo nel matrimonio" (Edizioni Paoline, 1957), Pierre Dufoyer mette in risalto il fatto che i rapporti coniugali non solo sono leciti (se compiuti nel rispetto della Legge naturale che Dio ha scolpito nei nostri cuori) ma sono anche opere buone che fanno ottenere meriti per il paradiso (ovviamente, per ottenere una ricompensa eterna, le opere buone, oltre che con retta intenzione, vanno compiute in stato di grazia, mentre se si è in peccato mortale fanno meritare ricompense materiali o anche le grazie necessarie alla conversione).



L'unione dei corpi deve derivare dalla pienezza dell'amore. (Thibon)

(...) I Manichei, e in modo meno esagerato ma ugualmente eccessivo i Giansenisti, hanno colpito con l'anatema la vita sessuale. Secondo il modo di vedere di queste sette, l'attività sessuale è intrinsecamente malvagia e sorgente di ogni male. Tutto quello che è carnale, il corpo e le sue attività, il matrimonio e l'esercizio dei suoi diritti, sono ritenuti come un qualche cosa di demoniaco e di detestabile. Ai nostri giorni viene propugnato un modo di vedere diametralmente opposto: tutto quello che appartiene al nostro istinto è buono e, perciò, gli si deve lasciare libero corso. (...) Si sostiene che il piacere è fine a se stesso; che è lecito cercarlo per se stesso ed impedire, con tutti gli astuti raggiri, che il rapporto coniugale abbia le sue conseguenze normali, cioè la fecondità, che sarebbero non solo permessi, ma anche perfettamente autorizzate la libera convivenza dei due sessi, l'adulterio, l'uso di mezzi antifecondativi, l'aborto procurato, il divorzio. Questa esaltazione della voluttà, la giustificazione di tutte le sue pratiche, di tutti i suoi misfatti e di tutte le sue aberrazioni, costituiscono il tema prediletto di un largo settore della letteratura, teatro e cinematografia moderni. Ben diversa è la posizione assunta dalla concezione cristiana di fronte a questo problema; essa si rifiuta egualmente sia di disprezzare la attività sessuale come di sopravvalutarla. L'universo intero è creazione di Dio; pure opera sua sono la distinzione degli uomini in maschi e femmine e l'attività sessuale, per cui sono possibili il piacere e la gioia. Le condizioni richieste, tra le quali primeggia l'unione dei corpi, sono, in misura eguale, opera del Suo Intelletto e del Suo Volere. Cristo ha elevato il matrimonio a sacramento e del rapporto sessuale genuino ha fatto uno strumento per comunicare la grazia; perciò è un'opera meritoria a cui è riservata una ricompensa eterna.

(...) L'unione dei corpi è lecita soltanto nel matrimonio. L'unione secondo la carne significa un dono totale di sé, che deve essere protetto da ogni profanazione. Nello stesso tempo però deve essere assicurato alla moglie e ai figli anche un appoggio stabile, che permetta loro di affrontare la vita. Questo appoggio, la moglie lo trova nel marito, il quale si occupa di lei e l'aiuta a portare, vita naturale durante, i pesi, cioè le preoccupazioni economiche ed educative che sono connesse con la maternità; i figli invece l'hanno nel padre, il quale coadiuva e completa l'opera della educazione materna. Poiché l'atto generativo nel matrimonio ha un'importanza decisiva per la donna, per i figli e per la società, Dio vuole che sia effettuato nell'ambiente più favorevole possibile. Solo in questo modo si provvede alla sicurezza di tutti gli interessati.

(...)

Tentiamo di capire ora tutta la portata e di scoprire il vero significato che Dio ha dato al dono coniugale. In esso l'uomo si concede con tutto il suo essere, e per sempre, ad un altro essere amato. Se l'atto coniugale è visto solo dal lato fisico, le espressioni che ne esaltano la nobiltà e la bellezza, non hanno alcun valore. Esse sono valide solo quando si intende questo dono, innanzi tutto, come un atteggiamento spirituale. È nel dono più estremo e più intimo che è riposto quell'elemento che differenzia l'amore dall'amicizia. È nell'unione sessuale che la fusione di due persone umane raggiunge il suo punto culminante. L'amore coniugale esige per la sua stessa natura, nella misura consentita dal dono generoso, che non venga esclusa nessuna intimità e che non si rinunci a nessun mezzo espressivo, capace di manifestarlo esternamente. Perciò mira di continuo alla totalità dell'unione. Alla triplice unione di cuore, anima e spirito, che sono le basi su cui si regge ogni amore autentico, l'amore coniugale vuole che sia aggiunta ancora un'ultima unione, quella dei corpi. L'unione sessuale, realizzata secondo questi principi, viene spiritualizzata e nobilitata, conducendo così ad un atteggiamento straordinariamente bello e nobile del cuore e dell'anima, che ha riflessi sul corpo. Nelle relazioni coniugali si riscontrano questi potenti fattori che possono creare rapidamente l'armonia tra gli sposi e ristabilire i rapporti quando fossero turbati. L'esperienza attesta che gli urti tra marito e moglie, nella vita quotidiana, sono inevitabili e, perciò, non costituiscono nulla di straordinario. Le cause di tali urti possono essere enumerate a migliaia: diversità di carattere, di concezioni, di gusti personali, inoltre suscettibilità e nervosismo, dovuti a stanchezza e a dispiaceri. Ma quando sopraggiunge il dono reciproco in un clima di gioia e di amore, quale suggello ardente dell'affetto profondo ed intenso tra uomo e donna, in quel momento si verifica un cambiamento; i germi nocivi della discordia svaniscono, l'astio segreto si dissolve in un nulla, la distensione placa i nervi e l'irritazione si acquieta. Se nell'amplesso degli sposi è messa fortemente e magnificamente in evidenza l'omogeneità dei due coniugi, come appaiono piccoli e meschini tutti i conflitti quotidiani! Per garantire il matrimonio e assicurare il buon accordo non vi è mezzo più efficace che quell'unione in cui l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra senza riserve. Il rapporto intimo dei due sessi serve anche a mostrare, in modo misterioso, il posto che nel matrimonio spetta al marito. In una famiglia sana e ben impostata l'uomo agisce come capo, forte ed energico. Questa naturale superiorità appare già nei rapporti coniugali, nei quali lo sposo ha la parte principale, a lui spetta l'iniziativa, è lui che conduce la donna alla comune gioia dei sensi, anche quando è lei che per prima desidera il rapporto intimo. È nella tenerezza piena di riguardi del marito, che la moglie spera di trovare la chiave per scoprire la propria personalità; è attraverso lui che essa crede di arrivare a conoscere e a prendere coscienza di se stessa.

Nel dono reciproco dei corpi i coniugi raggiungono ancora un'ulteriore conoscenza, cioè la chiara coscienza della loro dipendenza reciproca. In una intuizione luminosa essi vedono come l'uno abbia bisogno dell'altro, ma, anche più, come il loro buon accordo, la loro armonia rappresentino le condizioni preliminari indispensabili per raggiungere la pienezza della loro gioia. Queste verità conservano il loro valore di attualità durante tutto il corso della vita coniugale. Ma è nel momento dell'unione che esse acquistano un pregio tutto particolare. Per poter raggiungere la pienezza della gioia umana, i coniugi devono mostrarsi entrambi pieni di premure. Il marito disciplini se stesso, regoli l'impetuosità del suo sentimento e si preoccupi del piacere della moglie; questa però gioisca assieme al marito. Solo allora l'unione raggiungerà il suo pieno effetto, costituirà l'espressione più elevata possibile dei valori spirituali e sarà ricca di piacere e di amore. Nel momento del dono reciproco risplende più chiaramente che mai il vero volto dell'anima; si dischiudono insospettate profondità del cuore e appaiono qualità nascoste del carattere. In quel momento l'intensità dell'amore tra i due coniugi e la loro ricchezza interiore si rivelano in modo oltremodo chiaro. In queste ore si dimostra se esiste amore vero, come esso è costituito quando sia puro, sincero e vero nella sua essenza. Certamente durante la vita coniugale, si presentano molte altre occasioni di manifestare l'amore e di metterne in evidenza la vera natura. Per lo più i motivi in questione si riscontrano al di fuori della sfera sessuale e si manifestano con azioni che rivelano un'abnegazione disinteressata. Però, ben difficilmente si presenta un'occasione più favorevole e più naturale, per manifestare il vero carattere dell'amore coniugale, che l'unione vera e propria dei corpi.