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sabato 11 febbraio 2017

Per fare la Comunione è necessario essere in grazia di Dio (-)

Pubblico una lettera che mi ha scritto Maristella, una signora di Milano che segue il rito ambrosiano antico. Tra noi due c'è un rapporto di amicizia davvero fraterno e cordiale.


Caro fratello in Cristo,
                                        Come stai? Io sto bene anche se mi sembra che il tempo stia correndo sempre più veloce. Leggo ogni giorno il tuo blog e ne traggo sempre conforto e ispirazione per camminare nella luce della fede.

(...) In questo tempo di prove per la nostra Santa Madre Chiesa (ma ci sono stati tempi in cui non ha avuto dure e pesanti prove?) è importante, direi che è vitale, chiedere la grazia di conservare una robusta fede. Così potremo testimoniare di fronte a tutti che siamo nel mondo, mai del mondo. Osservo piccoli segni di speranza, e chissà quanti ce ne sono che io non vedo; domenica alla Messa il sacerdote ha ricordato che per fare la Comunione era necessario essere in grazia di Dio, invitando chi non lo fosse a confessarsi. Così alcune persone si sono messe in coda al confessionale. È bastato un semplice avvertimento! La Messa era molto affollata, tanti giovani, famiglie, anziani e bambini. Nel giro di un mese il terzo Battesimo. Questo mi ha scaldato il cuore.

Preghiamo sempre, più che possiamo, per la Chiesa, per il clero, per i governanti; per le famiglie, gli amici e i nemici; per la conversione di chi è lontano, per le vocazioni, per le anime sante del Purgatorio. Offriamo i nostri piccoli gesti e ... Non perdiamo mai la speranza!

"Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi" e "Le porte degli inferi non prevarranno". Queste sono le parole del nostro Divino Salvatore. Fidiamoci di Lui e continuiamo a pregare e a lavorare per il Regno dei Cieli.

Sursum corda
Habemus ad Dominum!

Nei Cuori Immacolati 
Tua sorella Maristella 


Carissima in Cristo,
                                    purtroppo, i modernisti stanno diffondendo la pratica sacrilega di ricevere la Comunione senza mai confessarsi. Secondo loro è inutile confessarsi, poiché Dio conosce già i nostri peccati; ma Gesù ha detto chiaramente ai suoi Apostoli che a coloro a cui non rimetteranno i peccati resteranno non rimessi (ovviamente se una persona sta per morire e non c'è un sacerdote che possa confessarla, può ugualmente salvarsi l'anima con un atto di contrizione perfetto, cioè pentendosi dei suoi peccati mortali coi quali ha offeso Dio che è infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa). 

Non è mai lecito ricevere la Comunione in peccato mortale, sarebbe un orribile sacrilegio. Tuttavia in qualche caso remoto è lecito ricevere la Comunione senza essersi confessati, ad esempio Sant'Alfonso Maria de Liguori afferma che se una persona inginocchiata alla balaustra si ricorda di aver commesso un peccato mortale, se si alzasse e tornasse al proprio posto potrebbe perdere la reputazione (la gente presente in chiesa capirebbe che è in peccato mortale), pertanto può ricevere lo stesso la Comunione, ma deve premettere un atto di contrizione perfetto, in modo da poter ritornare immediatamente in stato di grazia (ovviamente il peccato mortale di cui si è ricordato dovrà confessarlo alla successiva Confessione). Se una persona è in dubbio di aver peccato mortalmente, può andare tranquillamente a comunicarsi, ma è bene che reciti mentalmente un "Atto di dolore", onde suscitare la contrizione perfetta del cuore e ritornare così in stato di grazia, qualora quel peccato di cui in buona fede dubita, in realtà sia stato davvero mortale (non si obbligati a confessarsi dei peccati mortali dubbi, ma solo di quelli certi).

Da qualche tempo i modernisti vanno dicendo che i divorziati risposati possono ricevere la Comunione anche se non vogliono vivere in castità, ma vogliono continuare a commettere adulterio. Chissà di quanti sacrilegi sono responsabili i modernisti con le erronee dottrine che diffondono tra i fedeli! San Paolo ha detto che chi si comunica indegnamente, mangia e beve la propria condanna.

Hai ragione, dobbiamo pregare tanto per il clero, affinché Dio converta gli elementi guasti che causano la dannazione di tante anime. Don Bosco diceva che "un prete o in paradiso o all'inferno non va mai solo: vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero e col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell'adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio".

Nonostante la situazione ecclesiale sia drammatica, nutro la viva speranza che presto Gesù e Maria verranno a salvarci.

In Corde Matris,

Cordialiter