Mi metto alla presenza di Dio, considerando che Egli è carità infinita: «Deus charitas est».
1 - [...] Dio è carità, ossia, tutto ciò che è in Dio è amore, Dio è essenzialmente amore. [...] Anche noi, povere creature, siamo chiamate a partecipare a questa altissima vita d'amore che è Dio, e proprio a tal fine ci è stata data la grazia. [...] A somiglianza di Dio, la nostra vita soprannaturale deve essere essenzialmente amore, ossia volontà di bene, amore di benevolenza per Iddio, amando quel bene infinito che Egli è [...].
2 - La carità è così essenziale nella vita soprannaturale che dalla sua presenza o assenza dipende per il cristiano lo stato di vita o di morte. Chi non possiede la carità non possiede neppure la grazia santificante, la quale ne è assolutamente inseparabile: «chi non ama, rimane nella morte» (I Gv. 3, 14). D’altra parte, chi possiede la carità, possiede la grazia, quindi partecipa della vita di Dio: «chi sta nella carità, sta in Dio e Dio in lui» (ivi, 4, 16) [...].
Tre sono le virtù teologali infuse in noi assieme alla grazia santificante: fede, speranza e carità. Tutte e tre hanno per oggetto Dio, ma di queste «la più grande è la carità» (I Cor. 13, 13); Più grande, perché senza carità non vi può essere vita cristiana; più grande, perché non verrà mai meno; perché è la forza unitiva che ci congiunge a Dio, perché è una partecipazione di quella carità infinita che è Dio stesso. Infatti, al fariseo che l’interrogava sul massimo precetto della legge, Gesù ha risposto: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo comandamento» (Mt. 22, 37 e 38).
Quando la carità sarà in noi perfetta ci manterrà pienamente uniti a Dio e orienterà verso di lui tutte le nostre attività; quindi nella misura in cui un’anima è dominata dalla carità, è matura nella vita soprannaturale, è più o meno santa.
1 - [...] Dio è carità, ossia, tutto ciò che è in Dio è amore, Dio è essenzialmente amore. [...] Anche noi, povere creature, siamo chiamate a partecipare a questa altissima vita d'amore che è Dio, e proprio a tal fine ci è stata data la grazia. [...] A somiglianza di Dio, la nostra vita soprannaturale deve essere essenzialmente amore, ossia volontà di bene, amore di benevolenza per Iddio, amando quel bene infinito che Egli è [...].
2 - La carità è così essenziale nella vita soprannaturale che dalla sua presenza o assenza dipende per il cristiano lo stato di vita o di morte. Chi non possiede la carità non possiede neppure la grazia santificante, la quale ne è assolutamente inseparabile: «chi non ama, rimane nella morte» (I Gv. 3, 14). D’altra parte, chi possiede la carità, possiede la grazia, quindi partecipa della vita di Dio: «chi sta nella carità, sta in Dio e Dio in lui» (ivi, 4, 16) [...].
Tre sono le virtù teologali infuse in noi assieme alla grazia santificante: fede, speranza e carità. Tutte e tre hanno per oggetto Dio, ma di queste «la più grande è la carità» (I Cor. 13, 13); Più grande, perché senza carità non vi può essere vita cristiana; più grande, perché non verrà mai meno; perché è la forza unitiva che ci congiunge a Dio, perché è una partecipazione di quella carità infinita che è Dio stesso. Infatti, al fariseo che l’interrogava sul massimo precetto della legge, Gesù ha risposto: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo comandamento» (Mt. 22, 37 e 38).
Quando la carità sarà in noi perfetta ci manterrà pienamente uniti a Dio e orienterà verso di lui tutte le nostre attività; quindi nella misura in cui un’anima è dominata dalla carità, è matura nella vita soprannaturale, è più o meno santa.
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].