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sabato 7 dicembre 2024

Conversione di una garibaldina

A Roma, nel 1873, alcuni giorni prima della festa dell’Assunzione, in una di quelle case, che si dicono di tolleranza, accadde che si ferisse alla mano una di quelle sciagurate giovani. Il male, che in sulle prime fu giudicato leggero, inaspettatamente si aggravò tanto che la misera, trasportata all’ospedale, morì nella notte. Nello stesso istante una delle sue compagne, che non poteva sapere ciò che avveniva nell’ospedale, cominciò a gridare disperatamente, così che svegliò gli abitanti del quartiere, mettendo lo sgomento fra quelle miserabili inquiline e provocando l’intervento della questura. La compagna morta nell’ospedale le era apparsa, circondata di fiamme, e le aveva detto: Io sono dannata e se tu non lo vuoi essere, esci subito da questo luogo d’infamia e ritorna a Dio! Nulla poté calmare l’agitazione di questa giovane, la quale, appena spuntata l’alba, se ne andò via, lasciando tutta la casa nello stupore, specialmente allorché si seppe della morte della compagna nell'ospedale. Stando così le cose, la padrona del luogo infame, che era una garibaldina esaltata, si ammalò gravemente e, pensando all'apparizione della dannata, si convertì e volle un Sacerdote per ricevere i Santi Sacramenti. L'autorità ecclesiastica incaricò un degno Sacerdote, Monsignor Sirolli, Parroco di San Salvatore in Lauro, il quale richiese all'inferma, alla presenza di più testimoni, la ritrattazione delle sue bestemmie contro il Sommo Pontefice e la dichiarazione di cessare dall'infame industria che esercitava. La donna morì con i Conforti Religiosi. Tutta Roma conobbe ben presto i particolari di questo fatto. I cattivi, come sempre, si burlarono dell’accaduto; i buoni invece ne approfittarono per divenire migliori.

[Brano di Don Giuseppe Tomaselli tratto da "L'inferno c'è". Imprimatur: Catania, 22-11-1954, Sac. N. Ciancio Vic. Gen.]