La vera tepidezza deplorabile è quando l'anima cade in peccati veniali pienamente volontari, e poco se ne duole e meno si affatica ad evitarli, dicendo che son cose da niente. (...) Dicono: ma questi peccati non ci privano della grazia di Dio. Chi dice così sta in gran pericolo di vedersi un giorno privo della divina grazia in peccato mortale. Scrive s. Gregorio che chi cade in peccati veniali deliberati ed abituati senza pigliarsene pena e senza pensare ad emendarsi, non resta dove cade, ma seguirà ad andare in precipizio (...). Le infermità mortali non provengono sempre da gravi disordini, ma da molti disordini leggeri e continuati; e così la caduta di certe anime in peccati gravi spesso deriva da peccati veniali replicati, i quali rendono poi l'anima così debole, che assalita da qualche forte tentazione non ha forza di resistere e cade.
(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)