Le Suore maestre eviteranno per sistema nelle loro classi l’aria di tristezza, perché alienerebbe loro il cuore delle scolare [...] Parleranno sempre con la ragione alle colpevoli, facendo loro comprendere in che cosa hanno mancato e il pericolo di una simile condotta [...] Un tono di collera e di furore può spaventare una fanciulla, irritarla nel fondo dell’anima e stringerle in qualche modo il cuore, ma non correggerla: come un gran soffio di vento fa subito piegare un albero che, però, riprende subito la sua primitiva posizione. La ragione, le maniere dolci e gentili guadagnano il cuore delle ragazze; la passione lo opprime, lo scoraggia, lo rende timido e vile: grandi inconvenienti, che risultano quasi sempre dalla durezza, dall’umore biliare con cui certi maestri trattano i loro discepoli.
[Brano tratto da "Regole e Costituzioni Generali della Congregazione delle Suore della Carità sotto la protezione di San Vincenzo de’ Paoli", Tipografia Vaticana, Roma, 1902].