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venerdì 27 giugno 2025

Quanto bene fa un prete ricco di zelo!

Dagli scritti di Don Antonio Zaccaria.

Un giovane, figlio di genitori senza religione, fin dall'adolescenza aveva viaggiato per acquistare cognizioni nella sua industria, ed era diventato così empio e libertino nelle officine dove aveva lavorato, che di ritorno alla sua parrocchia era lo scandalo di tutti. In conseguenza di eccessi di ogni genere si sviluppò in lui una malattia di petto, che lo conduceva lentamente ma con certezza alla tomba. Il curato cominciò a fargli qualche visita, usando ogni gentilezza per guadagnare la sua confidenza, ma l'infermo resisteva a tutto e il suo male si aggravava di giorno in giorno. Durante una crisi dell'ammalato, il curato corse al suo letto, ma quando fu passata, il giovane cacciò via il sacerdote caricandolo d'ingiurie. Già da un mese si raddoppiavano le preghiere e gli sforzi, ma sempre invano, che anzi al solo ricordargli il nome di Dio usciva in esecrande bestemmie. Quando finalmente venne una felice ispirazione al curato, il quale chiama un sacerdote, e: andate, gli dice, immediatamente a Paray le Monial, ivi chiederete preghiere per il nostro ammalato e metterete il suo nome nel Cuore di Gesù. Dopo avere eseguita la sua commissione il sacerdote ritornava felice dal suo viaggio, e col curato andava subito a far visita all'infermo, che si avvicinava a gran passi alla morte. Pieno di speranza nella misericordia del S. Cuore di Gesù, il sacerdote rimasto con l'infermo gli fece parola del suo viaggio. Il giovane operaio parve interessarsene. Ho pregato per voi, gli disse il buon prete: vi ringrazio rispose egli. Incoraggiato da quella parola, il ministro di Dio aggiunse: vi ho portato una medaglia. Ne voglio una bella, rispose il giovine, e me la metterò al collo. Intanto che il sacerdote dà la medaglia, l'infermo domanda a sua madre un cordoncino, indi se la pone al collo e la bacia con rispetto. Ora, disse egli, voglio confessarmi, ed oggi stesso: lasciatemi alcuni istanti per prepararmi. Il sacerdote con le lacrime agli occhi si ritira nella stanza vicina, e si mette in preghiera con i parenti. Il moribondo, confessatosi con le migliori disposizioni, riceve quella sera stessa gli ultimi Sacramenti della Chiesa con grande edificazione degli astanti. Mentre il sacerdote gli amministrava il Sacramento dell'Olio Santo: andate adagio, signor abate, disse egli, è necessario che vi tenga dietro e domandi perdono dei miei peccati. Oh! signor abate, quanto bene fa un prete, vorrei ancor io esser prete! — Egli morì tre giorni dopo, continuando a dire buone parole, che mostravano ognor più come il Sacro Cuor di Gesù sa prendere possesso delle anime ribelli. Animiamoci noi pure di zelo per la salute del nostro prossimo e per gloria di Dio, e il S. Cuor di Gesù benedirà l'opera nostra.

[Brano tratto da "Il Cuor di Gesù - Mese di Giugno", di Don Antonio Zaccaria, parroco in Faenza, stampato nell’anno 1902].