Ognuno sa che ha da morire, ma s'ingannano molti col figurarsi la morte così lontana, come non avesse mai da venire. No, che la nostra vita è breve, e la morte è vicina. Pochi sono i giorni, in cui ci toccherà a star su queste pietre, e forse molto più pochi di quel che pensiamo. Che altro è la nostra vita che un leggero vapore che ad un poco di vento sparisce? Se non una pianta di fieno che ad un raggio di sole si secca e muore?
Mio Dio, voi non mi avete fatto morire quando io stava in disgrazia vostra, perché volete ch'io non mi perda e v'ami; sì, che vi voglio amare.
Diceva Giobbe: "Dies mei velociores fuerunt cursore" (Iob. 9. 25). La morte ci corre incontro più veloce d'un cursore, e noi in ogni passo, in ogni respiro e momento corriamo e ci accostiamo alla morte. Oh quanto desidereremo in morte un giorno, un'ora di tante, che al presente spendiamo invano!
Ah mio Signore, se ora mi fosse annunziata la morte, che cosa mi troverei aver fatta per voi? Deh soccorretemi, non mi fate morire così ingrato, come vi sono stato sinora. Datemi dolore dei miei peccati, datemi il vostro amore, e datemi la santa perseveranza.
La morte s'affretta, bisogna dunque affrettarci a far bene e ad aggiustare i conti per quel giorno quando ella verrà. La morte allor che arriva, chiude i passi a rimediare al mal fatto. Quanti vi son nell'inferno, che pensavano di rimediare appresso, ma giungendo la morte li ha mandati a penare eternamente!
Caro mio Redentore, non voglio più resistere alle vostre chiamate. Voi mi offrite il perdono, ed io lo voglio, ve lo domando e lo spero per quella morte, che voi Gesù mio, avete sofferta per perdonarmi. Mi pento, bontà infinita, d'avervi offesa. Voi, Gesù mio, siete morto per me, ed io ho posposta la vostra amicizia ai miei miseri gusti. Per l'avvenire spero coll'aiuto vostro di sempre amarvi. V'amo mio Dio, io v'amo. Voi siete e sarete sempre l'unico mio bene, l'unico mio amore.
Madre di Dio Maria, guardatemi e abbiate pietà di me.
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