Nel novembre del 1967 partivo in macchina da Ancona; feci una visita alla Santa Casa di Loreto, poi una tappa a Recanati per vedere l'abitazione di Giacomo Leopardi e dopo mi spinsi sino a Macerata.
Qui cercai e trovai chi da tempo desideravo vedere: l'uccisore di Santa Maria Goretti, Alessandro Serenelli.
Era ed è tuttora nel convento dei Padri Francescani; non è Frate, ma vive con loro.
Ci scambiammo un abbraccio ed un bacio. Parlammo a lungo.
Guardavo il Serenelli e pensavo: Ecco qui un assassino, che ha dato una Santa alla Chiesa di Dio! È grande la Provvidenza Divina, che dal male sa ricavare il bene!
A diciotto anni, spinto da malvagia passione, crivellò di coltellate il puro corpo di Mariettina Goretti.
Il suo delitto indignò il mondo.
È vero che il Serenelli è stato un assassino, però si è riabilitato con il vero pentimento e la lunga penitenza.
Gli domandai:
- Lei che concetto aveva della Goretti prima ancora di ucciderla?
- Era una santina. Il mio fu un momento di pazzia. Sono tanto pentito del mio delitto. Scontai nelle varie Case Penali; quattro anni mi furono tolti per amnistia e ventisei anni li trascorsi nella cella. Appena uscito dal carcere, andai a gettarmi ai piedi di Assunta, la madre di Mariettina, domandando perdono. Ebbi una dolce visione della Santa, che poi narrai a Roma ai Monsignori prima che la fanciulla fosse santificata.
- Signor Alessandro, non pensi più al passato. Ripari sempre il suo delitto, facendo opere buone e pregando. Le raccomando la Comunione.
- Tutti i giorni mi comunico; e poi ... preghiere, Rosari, visite a Gesù Sacramentato. -
Serenelli è così pentito del suo omicidio, che vuol lasciare un documento ai posteri. Con i piccoli risparmi ha pensato di fare erigere un monumento di marmo « La statua del perdono », raffigurante la giovane Goretti in posizione eretta e lui in ginocchio, ai suoi piedi, implorante perdono.
Un solo delitto commise il Serenelli e per tutta la vita lo sta riparando.
E quelli che hanno le mani macchiate di sangue e non per uno ma forse per più delitti, togliendo la vita ai pargoli, quale pentimento ne hanno e quale penitenza ne fanno?
Per costoro: o dura penitenza e forte riparazione, oppure eterna dannazione!
[Brano tratto da "Satana nel mondo" di Don Giuseppe Tomaselli; imprimatur: + Francesco Tortora, Vescovo-Prelato, S. Lucia del Mela 13 - 5 - 1968].