Anni fa una fedelissima lettrice del blog mi ha confidato di aver pianto a causa della drammatica situazione in cui versa l'orbe cattolico. Ecco quel che le scrissi per animarla al combattimento in difesa della fede.
Cara sorella in Cristo,
ti scrivo con la speranza di poter esserti qualche aiuto spirituale.
La situazione generale della Chiesa è semplicemente drammatica a causa di abusi liturgici, rilassamento dei costumi, ambiguità, eresie, ecc., che dilagano tra preti e fedeli. Anche in passato ci sono stati dei periodi burrascosi, penso ad esempio all'epoca dell'eresia ariana e a quella dell'insurrezione luterana, ma la Chiesa è riuscita sempre a risollevarsi. Il Corpo Mistico di Cristo non può morire, e non morirà nemmeno questa volta. È stato lo stesso Redentore Divino a prometterci che le porte dell'inferno non prevarranno giammai.
Quella che stiamo vivendo è una prova di fedeltà a Dio. Quante sofferenze stiamo patendo! Ma è proprio nei momenti difficili che si prova la propria fedeltà al Signore. È facile essere cristiani quando tutto va bene, ma un'anima è nell'ora della sofferenza che dimostra di amare davvero Dio, sopportando eroicamente i patimenti e rimanendo fedele al Signore, senza volgersi indietro verso le lusinghe del mondo traditore.
“Militia est vita hominis super terram”, diceva il Santo Giobbe. È proprio così, la vita su questa terra è un continuo combattimento contro i nemici dell'anima. Però non dobbiamo rattristarci. “Gaudere et exultare nos voluit in persecutione Dominus, quia tunc dantur coronae fidei, tunc probantur milites Dei”, diceva l'eroico vescovo San Cipriano. È così, il Signore vuole che nelle persecuzioni dobbiamo gioire ed esultare, perché è in esse che vengono messi alla prova i soldati di Dio e si riceve la corona della fede.
Insomma, è nei momenti di difficoltà che si vede se una persona ama veramente Gesù. Coloro che lo amano poco, si arrendono, mentre coloro che lo amano assai continuano con ardore la battaglia. I martiri combatterono tenacemente e preferirono la morte anziché tradire il Redentore Divino. Perdere la vita terrena per salvare la vita eterna dell'anima. “Un'anima, un'eternità!”, diceva Santa Teresa d'Avila alle sue seguaci.
L'antidoto alle ambiguità e alle eresie che circolano in giro sta nel nutrire la propria anima col Magistero perenne della Chiesa. Ti consiglio di nutrirti soprattutto degli insegnamenti di Pio XII, il quale non solo parlava chiaramente e confermava nella fede i cattolici, ma spesso usava anche un linguaggio combattivo che dona tanto entusiasmo nella battaglia spirituale. Il “Pastor Angelicus” è stato uno dei più grandi Condottieri della Chiesa Militante. Cerca di leggere tutto di Papa Pacelli, non solo le encicliche, ma anche i discorsi e i radiomessaggi. Ti daranno vigore all'anima!
Ovviamente puoi leggere anche il Magistero dei successori di Pio XII, per esempio l'interessante Costituzione Apostolica “Veterum Sapientia” circa l'importanza del latino nella Chiesa, l'Enciclica “Humanae Vitae”, l'Istruzione "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali", ecc.
Certo che fai bene a continuare ad andare alla Messa tridentina! Anzi adesso ne hai bisogno più che in passato, perché hai la necessità di nutrire la tua anima con l'intramontabile Rito Romano antico, che con la sua ineffabile ricchezza dottrinale sprona al combattimento spirituale.
Non preoccuparti, non stai affatto cadendo nell'eresia, infatti tu stai soffrendo proprio perché vuoi rimanere ancorata agli insegnamenti del Magistero perenne della Chiesa. Mica Dio può condannarti perché accetti gli insegnamenti perenni della Chiesa! I santi furono fedeli al Magistero, eppure vennero spesso perseguitati ferocemente (pensa ad esempio a Sant'Atanasio). Ma mentre loro adesso godono in Cielo il premio eterno, chissà che fine hanno fatto i loro persecutori.
Coraggio, non arrenderti! Continua a combattere la buona battaglia in difesa della Fede! Devi essere come un valoroso soldato che non indietreggia di fronte al nemico, ma continua a lottare con indomita volontà e intrepido coraggio fino alla vittoria. In questo momento tutti i cuori dei cattolici fedeli alla Tradizione hanno un solo desiderio: continuare a combattere la buona battaglia! Noi crediamo, noi vogliamo, noi dobbiamo vincere!
Alcuni diranno: “Ma come fai ad essere così certo della vittoria finale, visto che il movimento modernista dispone di ingenti mezzi materiali, mentre noi siamo quasi a mani nude?” Rispondo con le parole dell'eroico e intrepido Condottiero delle fulgide vittorie militari dei Maccabei: “quoniam non in multitudine exercitus victoria belli, sed de cælo fortitudo est” (1 Machabæorum 3,19). È proprio così, la nostra vittoria non dipenderà dal numero dei combattenti o dai mezzi materiali a disposizione, la nostra forza viene dal Cielo! Certo, le difficoltà sono enormi, ma maggiori sono le avversità, più bella sarà la vittoria! Sursum corda!
Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,
Cordialiter