Nell'anno 1559 Luigi Corbinelli, da Firenze, sua patria, era andato a Parigi per assistere alle nozze di Elisabetta, figlia di Enrico II, e là contemplava la gloria del monarca francese, all'apice della grandezza e della prosperità, quando lo vide improvvisamente cadere, per un colpo mortale infertogli da un imprudente giostratore. La lancia, mal diretta da Montgomery, aveva trapassato il re, che spirava immerso nel suo sangue. Questo avvenimento fece sull'animo di Corbinelli una salutare impressione: chiaramente vedendo la vanità delle umane grandezze, rinunciò al mondo ed abbracciò lo stato religioso nella Compagnia di Gesù. La sua vita fu quella di un santo e la sua morte edificò assai quelli che ne furono testimoni. Avvenne pochi giorni prima di quella di S. Luigi Gonzaga, allora infermo al Collegio Romano. Il santo giovane annunziò al cardinale Bellarmino che l'anima del Padre CorbineIli era entrata nella gloria: e siccome il Cardinale gli domandò se non era passata pel Purgatorio, «Vi passò, rispose, ma senza fermarvisi».
[Brano tratto da “Il dogma del Purgatorio”, di Padre Francesco Saverio Schouppe, traduzione di Don Antonio Buzzetti, tipografia e libreria San Giuseppe degli artigianelli, Imprimatur: Taurini, die 7 Aprilis, 1932, Can. Franciscus Paleari, Provic. Gen.].