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martedì 25 ottobre 2022

Attratta dalla Tradizione Cattolica

Tempo fa ho rivolto delle domande a Riesina (una collaboratrice del blog), la quale ha risposto con entusiasmo.    


- Come hai conosciuto la Messa tridentina?

- Nel 2009 circa nella mia parrocchia è arrivato un nuovo parroco, in sostituzione del precedente che era con noi da oltre quarant’anni. Il nuovo parroco in breve si è distinto dal suo predecessore, in quanto portava sempre la tonaca nera e nel recitare la Santa Messa, le sue liturgie erano maggiormente curate rispetto a quelle che conoscevo fino a quel momento. Inizialmente posso dire di aver subìto una sorta di “shock culturale”, in quanto le liturgie proposte dal nuovo parroco mi sembravano troppo distanti da quelle che avevo conosciuto fino a quel momento. Poi, con il passare del tempo, mi sono abituata sempre di più finché un giorno, partecipando ad una Messa fuori dal mio paese, non ho potuto fare a meno di notare che la liturgia proposta dal mio parroco mi proiettava maggiormente verso l’Alto. Finché, un giorno, il mio parroco non si è trovato a dover officiare una Messa cui erano presenti persone provenienti da diversi Paesi Europei, e per fare sì che nessuno si sentisse escluso a causa della differenza linguistica, ha pensato di richiedere all’arcivescovo di celebrare una Messa in Vetus Ordo. Avevo diciassette anni; è stata la prima Messa in Latino che abbia seguito in vita mia. Se inizialmente pensavo che la Messa in Latino fosse incomprensibile e cupa, i miei pregiudizi sono stati in breve sfatati; in tutte le panche della chiesa era presente un libretto con il testo della liturgia, e tutto – dall’organizzazione dell’altare, ai paramenti, alle musiche – suggeriva un senso di luminosità senza eguali.

- Cosa ti affascina della liturgia tradizionale?

- Quello che mi affascina della liturgia tradizionale è senz’altro la straordinaria attenzione che si ha nei confronti dei dettagli, e la costante ricerca del Bello. Niente viene lasciato al caso, proprio perché in questa liturgia si ha una maggiore consapevolezza di come tutto sia orientato verso Dio e al Suo compiacimento.

- Nell'ottobre del 2015 hai partecipato al pellegrinaggio del "Popolo del Summorum Pontificum" e hai potuto assistere al Santo Sacrificio della Messa celebrato nella Basilica di San Pietro nel venerabile e antico rito romano. A Roma hai conosciuto Chantal e tante altre persone con cui hai potuto condividere il tuo amore per liturgia tradizionale e la fede cattolica. Anche se hai dovuto percorrere centinaia di km per andare a Roma, sei contenta di aver partecipato al pellegrinaggio?

- Certamente; al punto che se in futuro ne avrò la possibilità, tornerò senz’altro a Roma per prendere parte al Pellegrinaggio. Qui ho conosciuto molta gente che condivide i miei stessi ideali e ha i miei stessi valori morali, cosa che al giorno d’oggi non va affatto data per scontata! Ho inoltre vissuto dei momenti liturgici molto belli e significativi, come ad esempio la Santa Messa celebrata in San Pietro, ed ho potuto partecipare all'interessante ciclo di conferenze che si è svolto all’Agostinianum, nel pomeriggio del 24 ottobre; a mio avviso si tratta di un evento molto interessante che unisce sapientemente la Bellezza della Liturgia Tradizionale alle bellezze della Città Eterna.

- Perché hai scelto “Riesina” come pseudonimo?

- Il mio pseudonimo è un omaggio al Santo cui sono maggiormente devota, e cioè San Pio X. Spesso nella mia vita ho avuto modo di sentire il suo sguardo benevolo su di me, ad accompagnarmi nei momenti più difficili. Lui era nativo di Riese Pio X, in provincia di Treviso, dunque un “riesino”.

- Oltre al grande Papa San Pio X c'è qualche altro santo a cui sei particolarmente devota?

- Certamente; vivendo molto vicina all’Umbria non potrei non essere devota a San Francesco d’Assisi. Ed essendo marchigiana, sono in qualche modo legata anche alla Madonna di Loreto. E poi, nonostante non sia ancora un santo, io sono convinta che Pio XII meriti di ascendere, un giorno, alla gloria degli altari: so che ha operato diverse grazie e pertanto resto in attesa di un suo miracolo, che gli consenta di essere canonizzato.

- So che sei una studentessa universitaria. Gli altri studenti rispettano la tua fede cattolica, oppure ti criticano perché credi in Dio?

- Di critiche, per fortuna, non ne ho viste molte, ma probabilmente è così perché tutti gli amici che ho sono cattolici, in quanto faccio parte del gruppo “FUCI” della mia università. Talvolta mi capita di condividere sui social network dei contenuti spiccatamente cattolici, ma non ho mai subìto critiche, nemmeno dalle persone non credenti che ho tra i contatti. E questo è certamente un segnale della loro intelligenza: essi la pensano diversamente da me, ma non per questo mi ostracizzano.

- Della Tradizione Cattolica ti interessa solo l'aspetto liturgico, oppure anche l'aspetto ascetico? Cioè senti il desiderio di vivere un'intesa vita spirituale, praticare con fervore le virtù e ricercare la perfezione cristiana?

- Certamente nella vita cristiana è necessario che l’aspetto liturgico vada di pari passo ad una vita vissuta degnamente nel rispetto degli Insegnamenti di Cristo. Altrimenti si rischia di somigliare a quei “sepolcri imbiancati” di cui si parla nel Vangelo: persone che vanno alla Santa Messa tutte le domeniche ma poi, nel momento in cui viene loro chiesto di mettere in pratica quanto appreso dalle Sacre Scritture, si tirano indietro. Esiste anche il risvolto della medaglia, e cioè quei casi in cui una persona si comporta in modo impeccabile nei confronti del prossimo, ma poi afferma di non credere alla Chiesa e non partecipa mai alla Santa Messa, e se lo fa, lo fa “perché così fanno tutti”, senza un reale coinvolgimento. Riconosco di non essere il prototipo di “cattolica perfetta”, perché di difetti non ne ho pochi, però cerco di pregare costantemente affinché Gesù mi aiuti ad essere come vorrebbe Lui.