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sabato 17 dicembre 2022

Genitori defunti

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1987).


Ringrazio il cortese custode e gli domando se ancora per una mezz'oretta posso fermarmi nel Cimitero, da solo.

- Fate liberamente; però all'Ave Maria procurate di essere fuori. -

Eccomi nuovamente solo nel silenzioso Cimitero.

Man mano che si avanza l'oscurità della sera, la Casa di tutti si presenta più solenne al mio sguardo. Lentamente mi avvio a quel palmo di terra del Cimitero, che è il più sacro per me... dove riposano le sacre spoglie dei miei genitori.

E' una cinta di forma rettangolare, proprietà della Confraternita, alla quale apparteneva mio padre. Molti loculi sono già occupati, molti altri ancora vuoti. Non occorre cercare i loculi a me tanto cari; essi sono a qualche passo dal piccolo cancello. Cado in ginocchio, bacio l'effige della mamma e del babbo e subito sollevo la mente a Dio: Dona, o Dio di misericordia, il riposo eterno ai miei genitori!

Quanti pensieri affollano la mia mente! Mi sembra di essere ritornato bambino e di trovarmi in compagnia dei miei cari.

Qui c'è la mamma... quel cuore che mi amò quanto nessuno mai!... Qui c'è il babbo, di cui ero il tesoro!...

Tutto qui è freddo ed insensibile, come il marmo che suggella la tomba! Quando ero giovanetto e pensavo fugacemente: Un giorno i miei genitori morranno ed io resterò solo sulla terra! - provavo tanto dolore da dovermi distrarre e concludevo: Che muoia prima io, così non proverò sì grande angustia! -

Prima morì il babbo nel 1935 e fu seppellito qui e poi, a suo fianco, fu posto il corpo di mia madre, nel 1944.

I genitori morti ed il figlio vivo!... Ma forse la morte mi ha dimenticato?... No! Ritarderà un poco. Il mio loculo è già pronto. Con pensiero delicato i miei cari disposero che il figlio Sacerdote venisse sepolto tra loro due.

Tre loculi dinanzi a me; i due laterali occupati, il medio vuoto. Qui un giorno, forse non lontano, verrò seppellito io! Dentro una cassa, pagherò anch'io il tributo ai vermi e mi ridurrò in cenere. Qui verrà qualche amico a pregare per l'anima mia e leggerà l'epigrafe […].

Davanti alla futura mia tomba resto assorto profondamente!... La vita passa; la morte viene; l'eternità mi aspetta!... Che cosa porterò con me allorquando emetterò l'ultimo respiro? Le opere buone! Dunque, mentre ho tempo devo operare il bene!...

Rinnovo il bacio alle effigi dei genitori e meditabondo mi allontano.


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli, imprimatur: Catanae die 3 novembris 1953, Can. Nicolaus Ciancio, Vic. Gen.].