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giovedì 3 ottobre 2024

Importanza del compito educativo delle madri cristiane

Dagli scritti di Pierre Dufoyer.

Se, fin dai suoi primi teneri anni, lo si è abituato a vivere in un'atmosfera di ordine e di decoro mediante la regolare distribuzione del suo orario, pasti, giochi, passeggiate, riposo, il bambino a stento sopporterà, domani, il disordine nella sua vita. Se al contrario lo si è viziato, se si sono accontentati i suoi capricci e si è accondisceso ai minimi desideri, si sarà favorita l'esplosione e lo sviluppo d'un egoismo feroce, chiuso per sempre all'amore e alla dedizione, e che nel matrimonio come negli affari riferirà tutto a se stesso. Il bambino, dunque, fin dai suoi primissimi anni, deve essere obbligato alla disciplina di sé, alla rinuncia dei propri gusti, a far partecipi amichevolmente gli altri delle sue ghiottonerie e dei suoi giochi. È il solo metodo per sviluppare in lui delle vere capacità di amore e di dedizione per il domani (Si vede come, per ottenere questo risultato, è preferibile l'ambiente di una famiglia numerosa a quello del figlio unico). È dunque senz'altro giusto affermare che il bambino, già fin dall’età di cinque anni ha preso gli orientamenti iniziali del suo carattere. Già in questa età domina in lui il despota capriccioso, al quale più tardi tutti dovranno cedere, o al contrario si forma un carattere pronto a sacrificare i propri desideri ed i propri gusti al dovere e al piacere degli altri. Tutto ciò dimostra l'importanza capitale che, nell’opera di educazione, rivestono i primi anni della vita del bambino e per conseguenza la parte considerevole che in quest'opera tocca all'influenza materna, nelle cui mani e alla cura della quale il bambino è completamente affidato durante la prima età. Da ciò deriva l'importanza eccezionale, sia sociale che religiosa, del compito educativo della madre. [...] Sono esse che a poco a poco lo indirizzano alla pratica del decoro, del pudore, della lealtà, della carità; fanno tacere un piccolo delatore, rimproverano un bugiardello, correggono un permaloso, richiamano a maggior umiltà un piccolo vanitoso, costringono al dominio di sé un attaccabrighe, insegnano a quell'esserino tumultuoso ed esuberante ad avere più ordine e a ben disporre le sue cose; lo educano alla gentilezza, aprono la sua anima alla pietà, gli insegnano a pregare il Bambino Gesù e la Vergine Maria, gli parlano del Cielo e lo mettono così a contatto delle più belle realtà e dei più alti destini della vita umana; in una parola plasmano la sua anima. L’influenza di questa prima educazione materna, soprattutto dal punto di vista religioso, è così evidente che, molti uomini, dopo le tempeste di una vita agitata, dopo forse dubbi e perfino incredulità, ritornano più tardi alla fede e ai costumi della loro infanzia: suprema vittoria di colei che aveva insegnato a loro, ancora piccoli, a congiungere le mani. La giovane si preparerà seriamente a questo compito, spesso assai ingrato, ma fondamentale fra tutti, di educatrice dei corpi e delle anime. L’impegno è grave: ne sia fiera e si sforzi di avere la capacità di compierlo bene.

[Brano tratto da "Il matrimonio - Libro della giovane dai 17 ai 20 anni", di Pierre Dufoyer, Edizioni Paoline; imprimatur: in Curia Arch. Mediolani, die 23-2-1953, Bernareggi, Vic. Gen.].