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sabato 21 gennaio 2023

Padre Leone Casagranda, cappellano militare degli Alpini

Ritengo sia una cosa buona ricordare saltuariamente sul blog l’eroismo dei cappellani militari che hanno servito Dio e la Patria in tempo di guerra.

Uno dei questi eroi fu Padre Leone da Brusago Bedollo, al secolo Attilio Casagranda, il quale nacque nel 1912 in un paesino di montagna del Trentino. Nel 1924 entrò nel seminario dei Frati Minori Cappuccini e nel 1936 venne ordinato sacerdote, dopodiché insegnò presso un liceo di Rovereto gestito dai “religiosi con la barba”. Padre Leone desiderava partire come missionario in Abissinia, territorio situato nell'Africa Orientale Italiana, ma i superiori gli affidarono l'incarico di Direttore del Terzo Ordine Regolare di San Francesco. Nel 1941 venne chiamato a servire la Patria come cappellano militare degli Alpini del Battaglione Sciatori Monte Cervino, successivamente partì con i suoi soldati per il Fronte Orientale, ove si prodigò in opere di misericordia corporale, oltre che a svolgere la sua missione sacerdotale a beneficio dei militari italiani.

Nel gennaio 1943, dopo aspri combattimenti durante i quali incoraggiò i suoi valorosi soldati a resistere strenuamente all’avanzata delle truppe staliniane, venne preso prigioniero dall’Armata Rossa. I sovietici trattavano i prigionieri di guerra in maniera talmente dura da causare la morte a gran parte dei soldati dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia) che riuscirono a catturare. Padre Leone morì di inedia il 16 marzo 1943 in un gulag sovietico situato nei pressi di Tambov.

Per il suo eroismo venne decorato con una Croce di Ferro di II classe e con due Medaglie di bronzo al valor militare, con le seguenti motivazioni:

«Prendeva volontariamente parte ad un combattimento con una compagnia d'attacco. Con serenità ed ardimento e sprezzo del pericolo si prodigava a soccorrere sotto l'intenso fuoco nemico i numerosi feriti e li aiutava nell'opera di soccorso spirituale e materiale fino a cadere esaurito dall'inusitato sforzo».
— Klinowyj (Fronte Russo) - 18 maggio 1942

«Presente coi primi nel duro contrattacco, portava la sua parola, il suo esempio, la sua opera dove maggiore era la necessità. Oltre che provvedere ai morti ed ai feriti, incitava i restanti due plotoni sciatori ormai senza ufficiali a tenacemente persistere verso l'obiettivo indicato, partecipava volontariamente due giorni dopo, quando già il suo reparto aveva lasciato le posizioni avanzate, ad un contrattacco con altro reparto alpino e, noncurante della reazione avversaria, si spingeva coi primi sino a contatto del nemico per adempiere alla sua alta missione».

— Quota 204,8 Iwanowka (Fronte Russo) - 22 dicembre 1942