Tra le tante persone che mi hanno contattato in questi anni una delle storie che mi ha colpito maggiormente riguarda due gemelle che erano delle ex sfegatate tifose della Lazio, le quali dopo la loro conversione sono diventate entrambe monache di clausura. Ripubblico l'intervista che mi rilasciò una delle due gemelle prima di entrare in monastero.
-) In passato vivevi lontano da Dio, frequentavi ritrovi mondani, andavi persino allo stadio a tifare nella curva degli ultras la tua squadra di calcio preferita, ed eri attratta dalle cose vane e passeggere della terra. Adesso invece sei innamorata di Gesù e ti senti attratta dalle cose spirituali. Come è avvenuta la tua conversione?
-) Quando ero bambina la mia nonna durante il mese di maggio mi portava ogni sera in chiesa per la recita del Rosario...quanti bei ricordi ho di quei momenti! È stato in quel periodo che è nato il mio amore per Gesù e Maria, e per la prima volta ho sentito la chiamata di Gesù. Poco tempo dopo ho conosciuto santa Teresina e ho letto il suo diario “Storia di un'Anima”. Santa Teresina mi ha aiutata molto nella crescita della fede, a farmi maturare spiritualmente, e mi ha fatto scoprire la bellezza della vita religiosa.
L'arrivo alle scuole superiori, insieme con l'arrivo del mio primo cellulare, mi ha fatto dimenticare tutto...piano piano ho iniziato ad allontanarmi dalla preghiera e ho cominciato a vivere come la maggior parte dei ragazzi di quell'età...in secondo superiore ho ricevuto la Cresima senza essere consapevole del sacramento che ricevevo...in terzo superiore ho perso completamente la grazia del Signore.
Però in quinto superiore una mia compagna di classe mi ha parlato della consacrazione alla Madonna del Carmelo che facevano ogni anno le suore carmelitane del mio paese proprio per la festa del Carmelo. Quell'anno ho partecipato al triduo di preparazione alla festa e il 16 Luglio ho ricevuto lo Scapolare e da allora sono consacrata a Maria! E Maria non mi ha mai lasciata, anzi è stata molto presente nel mio cammino (sono sicura che senza di Lei oggi non sarei qui a scrivere della mia conversione).
Terminate le scuole superiori mi sono trasferita, per poter frequentare l'università, in una grande città e qui mi sono abbonata allo stadio, e ho iniziato a frequentare la curva degli ultras della squadra che tifavo. Ho iniziato a vivere un amore esagerato per questa squadra...ho messo una squadra di calcio al posto di Dio...ho vissuto in quegli anni la mia idolatria più grande! Per esempio, da quando ero bambina ho al collo una catenina con la medaglia miracolosa...ecco in quegli anni ho tolto quella catenina e ho messo una collanina con il simbolo di quella squadra!
Nel 2008 ho conosciuto un ragazzo con il quale poco tempo dopo è iniziata una storia che è durata per 6 anni. A distanza di diversi anni ho compreso che questo ragazzo è stato il mezzo che Gesù ha utilizzato per guarirmi dall'amore malato che avevo per una squadra di calcio. Il fatto che a lui non interessava niente del calcio e che non veniva con me la domenica allo stadio, senza però mai chiedermi di non andare, ha fatto sì che piano piano io perdessi la voglia di andare alla stadio e nel giro di qualche mese ho completamente smesso di seguire il calcio.
Una domenica dell'Ottobre del 2010, mentre camminavo per strada per tornare a casa, lo Spirito Santo mi ha suggerito di andare in chiesa e confessarmi, e grazie a Dio ho seguito questa ispirazione e sono andata. Era tanto tempo che non mi confessavo. In quel confessionale il Signore ha fatto cadere i veli che fino a quel momento coprivano i miei occhi...è stato abbastanza duro con me ma è proprio quello che mi serviva. Fino a quel momento non mi ero assolutamente resa conto di come vivevo, della gravità della situazione...delle offese che recavo a Gesù. Sono tornata a casa piangendo ma con la decisione di cambiare stile di vita. Il mio ragazzo mi ha capita e anche se per lui non è stato facile ha accettato. Durante dei frequenti pellegrinaggi ho cominciato a sentire di nuovo la chiamata di Gesù. All'inizio quello che sentivo dentro mi spaventava molto...e per diverso tempo ho fatto finta di niente cercando di convincere me stessa che Gesù mi chiamava al matrimonio con questo ragazzo. Ma dentro di me non ero felice...mi sentivo come in gabbia...e anche questo ragazzo in cuor suo soffriva molto perché anche se ci volevamo molto bene, ormai stavamo viaggiando su due binari paralleli che non si incrociavano più.
Il punto di svolta della mia vita è stato contemporaneamente l'arrivo ad Assisi (nell'estate del 2013, dove ho conosciuto il mio attuale padre spirituale) e il corso dei Dieci Comandamenti. In poco più di un anno ho seguito diversi corsi ed ogni cosa ascoltata mi è servita: Gesù tante volte mi ha parlato e mi ha fatto comprendere tante cose...senza questi corsi, senza la Parola di Dio che è stata "lampada per i miei passi e luce sul mio cammino", senza la mia guida spirituale, oggi non sarei arrivata al punto in cui sono. E così nei primi mesi del 2014, con tanta fatica, tanta sofferenza e dolore, ma nella certezza di essere nella verità, ho messo fine al mio fidanzamento.
Continuando il mio cammino di discernimento ho iniziato a sentire dentro di me che Gesù mi chiamava sì ad essere sua sposa, ma in modo totale...donando a Lui tutto...ho iniziato a sentire la chiamata alla vita contemplativa, l'esigenza di donare a Lui ogni cosa e passare la mia vita nella contemplazione...e allora da qualche mese sto proseguendo il mio cammino di discernimento con l'abadessa di un monastero di clarisse, la quale mi ha fatto conoscere la bellezza della vita contemplativa...tra qualche tempo si concluderà questo cammino di discernimento e se è davvero Volontà del Buon Gesù sarò presto sua sposa in un monastero di clausura.
-) Adesso stai riflettendo sulla vocazione religiosa con l'aiuto di un'abadessa esperta di discernimento vocazionale. Se venisse confermato che ciò che senti nel tuo cuore non è un'illusione ma è una vera divina vocazione, saresti felice di donare a Dio il resto della tua vita?
-) Sarei felicissima...il Signore mi ha fatto il dono più prezioso che ho: quello della vita. Ed io sarei felicissima di poter donare a Dio quello che Lui stesso mi ha donato.
-) Un conto è essere sposa di un'umile creatura, altro conto è essere sposa del Re del Cielo. Ti rendi conto che è una grande grazia venire prescelta tra tante altre ragazze per divenire sposa di Gesù Cristo?
-) Sì, mi rendo conto di essere stata prescelta da Gesù senza che io me lo meritassi...non ho fatto niente per essere scelta tra tante altre ragazze a diventare sua sposa...non mi basterà tutta la vita per ringraziarlo, fortuna che ho l'eternità per farlo. La vocazione è un tesoro, la vocazione è una perla preziosa.”
-) Perché ti affascina l'Ordine di Santa Chiara? Che cos'è che ti piace maggiormente della spiritualità delle clarisse?
-) Sono molto legata a San Francesco e a santa Chiara perché gran parte del mio cammino spirituale lo devo all'ordine francescano. Della spiritualità clariana mi piace tanto il fatto che Chiara e con lei le clarisse, rappresentano la parte complementare di Francesco e di tutti i frati: San Francesco con i suoi frati rappresentano la vocazione francescana attiva, Santa Chiara e le clarisse rappresentano la parte contemplativa.
-) Molta gente mondana pensa erroneamente che le monache di clausura siano persone inutili per la società. In realtà sono molto utili perché mediante le loro preghiere e penitenze ottengono da Dio la conversione di tante anime. Perché ti piace così tanto la vita contemplativa che si conduce nei monasteri di clausura?
-) Una monaca con la sua preghiera può arrivare dove nessun missionario è mai arrivato e mai arriverà. Non a caso la patrona delle missioni, insieme a san Francesco Saverio, è santa Teresa di Gesù Bambino, una suora di clausura. Il mondo ha tanto bisogno di preghiere...solo in cielo sapremo tutte le grazie e le conversioni frutto delle preghiere innalzate a Dio dai monasteri di clausura.
-) Sei laureata e hai un lavoro. Sei disposta a rinunciare a tutto pur di abbracciare la vita consacrata e “dare gusto” a Dio?
-) Sono pronta a lasciare tutto perché ho capito che la mia pienezza e la mia felicità non sono nel mondo.