La vocazione al Sacerdozio, non è soltanto una chiamata di Dio, ma è anche un'offerta che i genitori fanno al Signore di un loro figliuolo. […] Un giovane che non intende le vie di Dio, che non sa vivere soprannaturalmente, ch'è pieno di difetti deformanti il carattere, come l'ira, la gola, l'egoismo, o ch'è inclinato alle colpe impure, è escluso dalla divina vocazione […]. E' falsissimo però che sia chiamato al Sacerdozio solo chi non risente la lotta dei sensi; ed è falso che questa lotta sia un segno che Dio non chiama all'Altare. […] Chi ha avuto la grande grazia di darsi al Signore nel Sacerdozio, deve vivere da santo, osservando tutti gli ordini divini con amore e scrupolosa esattezza; deve affidare a Dio stesso la propria santificazione, guardando con ribrezzo il mondo che è per lui come la terra di oppressione, l'Egitto dal quale fu tratto.
[Brano di Don Dolindo Ruotolo tratto da “La Sacra Scrittura”, Volume II “Esodo – Levitico”, Apostolato Stampa].