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martedì 4 luglio 2023

Circa la direzione spirituale

Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


A) Principio generale. L'oggetto della direzione è tutto ciò che riguarda la formazione spirituale delle anime. La confessione tocca soltanto l'accusa delle colpe; la direzione va molto più in là. Risale alle cause dei peccati, alle inclinazioni profonde, al temperamento, al carattere, alle abitudini contratte, alle tentazioni, alle imprudenze; e ciò per poter trovare i veri rimedii, quelli che mirano alla radice stessa del male. Per meglio combattere i difetti, si occupa delle opposte virtù, virtù comuni a tutti i cristiani e virtù speciali a ogni categoria di persone; dei mezzi per meglio praticarle; degli esercizi spirituali che, come la meditazione, l'esame particolare, la devozione al SS. Sacramento, al Sacro Cuore, alla SS. Vergine, ci forniscono armi spirituali per avanzarci nella pratica delle virtù. Tratta della vocazione, e, regolata che sia questa partita, dei doveri particolari di ogni stato. L'oggetto dunque, come si vede, ne è molto esteso.

B) Applicazioni. a) Per ben dirigere un'anima, il direttore deve conoscere ciò che vi è di principale nella sua vita passata, le colpe abituali, gli sforzi già tentati per correggersene e i risultati ottenuti, a fine di veder bene ciò che resta da fare; poi le disposizioni presenti, le inclinazioni, le ripugnanze, il genere di vita che si mena, le tentazioni che si provano e la tattica tenuta per vincerle, le virtù di cui si sente maggior bisogno e i mezzi usati per acquistarle; tutto ciò per poter dare più opportuni consigli.

b) Solo allora si può più facilmente stendere un programma di direzione; programma pieghevole che s'adatti allo stato attuale del penitente per renderlo migliore. Non si può infatti guidare tutte le anime allo stesso modo; bisogna prenderle al punto in cui si trovano, per aiutarle a salire gradatamente, senza far troppi salti, il ripido sentiero della perfezione. E poi le une sono più ardenti e generose, le altre più calme e più lente; non tutte sono chiamate allo stesso grado di perfezione.

Vi è però un ordine progressivo da seguire, onde si può avere una certa unità di direzione. Diamone alcuni esempi.

1) Da principio si deve insegnare alle anime a santificar bene tutte le azioni ordinarie, offrendole a Dio in unione con Nostro Signore. È questa una pratica da osservare per tutta la vita e su cui bisogna ritornare assai spesso, collegandola collo spirito di fede che è così necessario in tempi di tanto naturalismo.

2) La purificazione dell'anima con la pratica della penitenza e della mortificazione non deve mai smettersi intieramente e bisogna richiamarvi spesso le anime dirette, tenendo conto delle loro spirituali disposizioni per variare opportunamente gli esercizi di questa virtù.

3) L'umiltà, come virtù fondamentale, dev'essere inculcata quasi fin da principio e richiamata spesso ai penitenti in tutti gli stadii della vita spirituale.

4) La carità verso il prossimo viene frequentemente violata anche dalle persone devote, onde vi si insisterà molto negli esami di coscienza e nelle confessioni.

5) Essendo l'unione abituale con Nostro Signore, modello e collaboratore, uno dei mezzi più efficaci di santificazione, non si deve temere di ritornarvi sopra di frequente.

6) La forza di carattere, fondata su convinzioni profonde è virtù particolarmente necessaria ai dì nostri, onde bisogna diligentemente coltivarla e aggiungervi l'onestà e la lealtà che ne sono inseparabili.

7) L'apostolato è specialmente richiesto in un secolo di proselitismo come il nostro, e il direttore deve mirare a formar schiere di anime elette, che possano aiutare il sacerdote nelle mille occorrenze dell'evangelizzazione delle anime.



[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]