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venerdì 22 settembre 2023

Pensieri di Mons. Luigi Carlo Borromeo

Ritengo utile pubblicare sul blog alcuni pensieri tratti dagli scritti di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 – 1975), vescovo di Pesaro.


Il pretesto per ripudiare la dottrina della Chiesa già solennemente dichiarata e definita [i novatori, n.d.r.] lo cercano nella Pastorale. [...] La Pastorale deve cercare e studiare vie nuove per arrivare all'animo delle nuove generazioni ed un linguaggio nuovo da parlare agli uomini della scienza e della tecnica, del cinema e della televisione, ma la Pastorale non può né inventare verità nuove, né rinnegare le verità vecchie, perché la verità è una sola, immutabile ed eterna. Buon pastore non è colui che corre dietro a tutte le novità e che indulge agli errori correnti per non urtare il popolo, ma colui che, con grazia, con garbo, con carità e insieme con dignità e fermezza sa esporre, far comprendere ed amare la verità e condannare gli errori.

(Pensiero tratto dal diario)

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[...] più si va avanti e più ci si deve accorgere che il dissidio tra le due correnti [quella fedele al Magistero della Chiesa e quella modernista, n.d.r.], non è di forma, ma di sostanza; non è intorno al modo col quale si debba esprimere ed insegnare la verità, ma intorno alla verità stessa. Siamo in pieno modernismo. Non il modernismo ingenuo, aperto, aggressivo e battagliero dei tempi di Pio X, no. Il Modernismo d'oggi è più sottile, più camuffato, più penetrante e più ipocrita. Non vuol sollevare un'altra tempesta, vuole che tutta la Chiesa si trovi modernista senza che se ne accorga.

(Pensiero tratto dal diario)

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[...] il Modernismo d'oggi salva tutto il Cristianesimo, i suoi dogmi e la sua organizzazione, ma lo svuota tutto e lo capovolge. Non più una religione che venga da Dio, ma una Religione che viene direttamente dall'uomo ed indirettamente dal divino che è nell'uomo [...].

(Pensiero tratto dal diario)

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Non giudichiamo secondo il mondo. Non cediamo alla tentazione di credere che l'avanzata del comunismo sia fatale; che fatale sia il declino del cristianesimo e della religione; che inutile sia ogni resistenza. Alla morbosità, alla svenevolezza, alla pigrizia che stanno alla radice di tali atteggiamenti, opponiamo la nostra incrollabile fede nella Provvidenza, la nostra illimitata fiducia nella Grazia, la nostra consapevole certezza che Cristo è con la sua Chiesa, e che Cristo ha vinto il mondo: confidite, ego vici mundum.

Se il comunismo avanza e la Religione declina, non è certo per fatalità, ma perché noi non facciamo quanto dovremmo fare e come lo dovremmo fare.

[Pensieri tratti dalla Lettera Pastorale di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 - 1975), vescovo di Pesaro, pubblicata in occasione della Pasqua del 1956].

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Noi dobbiamo avere orrore di una negazione così rovinosa e totale di Dio e dello Spirito, della moralità e della Religione qual è il comunismo ed il socialismo marxista; noi dobbiamo combattere l'errore con tutte le nostre forze. Noi non possiamo, non dobbiamo odiare l'errante, ma noi quando occorra, lo dobbiamo criticare, lo dobbiamo rimproverare, lo dobbiamo evitare. La nostra fiacchezza, la nostra mollezza non ha nulla di evangelico; e la tattica di chi, per allargare l'area democratica, cerca di addormentare le coscienze e confondere verità ed errore è una tattica detestabile.

[Pensiero tratto dalla celebre Lettera Pastorale "Domine, salva nos! Perimus” di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 - 1975), vescovo di Pesaro, pubblicata in occasione della Quaresima del 1961].

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Il Breviario deve essere la preghiera del Sacerdote, il quale né deve lasciarsi sopraffare dalle occupazioni esterne né può sperare frutto alcuno da una vita affaccendata, ma non fecondata dalla preghiera.

(Pensiero tratto dal diario)