È importantissimo pregare per la salvezza delle anime dei moribondi, anche se hanno commesso tanti peccati. A tal proposito riporto un breve brano tratto da "Meditazioni per signorine", scritto dallo zelantissimo sacerdote salesiano Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).
Nell'estate del 1929 furono lasciate alla stazione di Napoli due valige; dopo alcuni giorni i poliziotti aprirono e vi trovarono il corpo di una donna, fatto a pezzi.
Dopo due mesi e mezzo di ricerche fu rinvenuto il colpevole, un certo Salviatti, il quale dichiarò di aver già uccise altre sette donne.
Rinchiuso nel carcere di Sarzana (La Spezia), attendeva il giorno della fucilazione. Vissuto lontano da Dio, in mezzo ai delitti, conservava un cinismo eccezionale. Quando la sera precedente alla morte l'avvocato gli comunicò che l'indomani alle ore nove sarebbe stato fucilato, l'assassino ricevette l'annunzio continuando a fumare e tenendo le gambe a cavalcioni. Concluse l'avvocato: Dite le vostre ultime volontà e si farà di tutto per appagarle! - Le mie ultime volontà? - rispose il Salviatti - Se mi aveste dato la notizia prima di cena, avrei chiesto due pollastri! -
Il Cappellano del carcere tentò di avvicinarlo e dirgli una buona parola; ma fu cacciato. - Non voglio il Prete!
La misericordia di Dio trionfò anche su questo peccatore. Pie persone intensificarono la preghiera, unendoci anche dei sacrifici, e l'indomani, giunto l'assassino al luogo dell'esecuzione, un raggio di luce illuminò la sua mente, il cuore si commosse... e gridò: Voglio il Prete! Voglio confessarmi!
Davanti al popolo e ai dodici carabinieri il Salviatti riceveva il perdono dei peccati ed accettava la morte in espiazione dei delitti.
La misericordia di Dio in un attimo cambia un tizzone d'inferno in erede del Paradiso.