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martedì 23 aprile 2024

Credo in unum Deum

Brano tratto da "Ripariamo!", di Padre Giuseppe M. Petazzi S.J., edizioni "Santa Lega Eucaristica", Milano, 1933.


Credo in unum Deum

Stupendo è questo grido che da una parte all’altra della terra, in tutte le ore del giorno e della notte, su tutti gli altari del mondo, si eleva a Te, o mio Dio, dalla Santa Chiesa Cattolica. Con questo grido io mi metto in comunione con tutti i Santi che mi hanno preceduto su questa terra ed ora godono la svelata visione di quello stesso che come me un giorno hanno creduto. Mi metto in comunione coi primi Apostoli: che gioia! La mia fede è la loro: attraverso il mutarsi di tutte le cose umane, questa sola è rimasta immutabile: prova stupenda della verità divina: Veritas Domini manet in aeternum. Credo, mio Dio, tutto ciò che Tu hai detto, e la tua Chiesa mi insegna: lo credo con certezza incomparabilmente maggiore che se lo vedessi coi miei stessi occhi: anzi per spiegare la mia fede fino alla massima intensità, io mi ripeterò ciò che sul letto di morte, davanti al tuo adorabile Sacramento, disse l’Angelico Dottore San Tommaso: «Se quaggiù ci fosse una certezza maggiore di quella della fede, con tale certezza io vorrei affermare la verità della tua presenza nel Sacramento» ed in generale ogni altra verità che forma l’oggetto della mia fede. Ed un nuovo argomento della mia fede io lo trovo qui proprio davanti a questo altissimo Mistero dell’Eucarestia: perché questo è il Mistero dell’amore per eccellenza: questo Mistero mi dice che Tu hai amato ed ami gli uomini con amore infinito, perché solo un amore infinito lo poteva suggerire: no, nessun amore creato, fosse pure quello di un Serafino, non l’avrebbe potuto pensare: per ideare l’Eucarestia ci volle un Cuore che fosse Cuore di un Dio (...). Qui dunque su questo Altare Tu mi doni, o Signore, la prova più splendida di tutti gli articoli della mia fede: perché Tu mi dimostri l’Amore infinito che tutti li spiega. Et nos credidimus charitati quam habet Deus in nobis. Io credo che Tu, o Verbo del Padre, Luce di Luce, Dio vero di Dio vero, sei sceso nel seno di una Vergine per opera dello Spirito d’amore; e con la Chiesa cadendo in ginocchio, adoro l’Amore. Credo alla tua vita umiliata, dolorosa, chiusa da due termini che sembrano i più ripugnanti alla maestà di un Dio, una stalla e una croce; credo con una fede che è per me una necessità dal momento che credo al tuo Amore. Credo alla tua Risurrezione ed Ascensione gloriosa; al tuo Regno del cielo e della terra, regno di gloria e di trionfo lassù, regno di lotta incessante nella tua Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, quaggiù: regno egualmente invincibile da tutte le porte dell’inferno: perché credo al tuo amore infinito. Credo alle sorti beate che sono riserbate ai tuoi Santi: credo ed aspetto con fiducia serena ed incrollabile, perché ho veduto fin dove è giunto il tuo amore: sì! L’amore che ti ha mosso a perpetuare la tua vita ed il tuo sacrificio qui sulla terra, non può essere che l’amore di un Dio: dunque Tu sei veramente l’Unigenito del Padre: anch’io col Discepolo fortunato che ha posato il capo sul tuo Cuore amatissimo nella sera dell’amore, anch’io posso dire: «Ho veduto la tua gloria, perché la tua gloria è chiara luce del tuo amore infinito». Questa gloria, questo trionfo d’amore, non può essere che dell’Unigenito del Padre: Et vidimus gloriam Eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae et veritatis. Deh, questo mio grido di fede, grido che vorrei far risonare per tutto il mondo, valga a riparare l’incredulità al tuo amore: valga a riparare le voci di tutti gli eretici, che tutti sono increduli, tutti protestanti contro l’Amore. 




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